Lieve inizia scendendo come neve "Desolated Colours". Lentamente e con più sofferenza possibile. Un mondo in bianco e nero dove tutto è fermo e sepolto. Si fatica a respirare... Già dal debutto i Dolorian hanno il loro stile unico e inclassificabile, tra influenze di doom, passaggi e atmosfere tipiche del black metal, arpeggi in diesis, atmosfere dark, tastiere ambient...
Insomma una mistura apparentemente già sentita, per gli amanti dei generi, ma la maestria non è nella tecnica o nel rispetto di dogmi stilistici, c'è trasmissione diretta di sensazioni attraverso accostamenti di note che non esistono in nessun manuale di musica. Ci sono cambi di tempo e interventi in scream talmente imprevedibili da essere azzeccati! E così tra passaggi di calma apparente e visioni di dolore lancinante, il cd scorre veloce e rapido nutrendosi di fobie, incubi, angoscia e tutto ciò che di peggio si può provare... "My weary eyes", fatta di riff insistiti e corposi si sposta incurante da momenti dominati dalla voce corrosa del chitarrista a lentissimi arpeggi di basso distorto all'inverosimile. I tempi rallentano velocemente e abbandonano spesso le strutture antecedenti, per poi tornare quelli iniziali facendo proprio finta di niente. La musica ci sta deridendo... "A Part Of Darkness" ci regala i pochissimi momenti in cui le tastiere intonano un motivo proprio risultando udibili in primo piano. Forti i ritorni di black in questa traccia che risulta tra le meno stillicidiche, oltre che tra le più belle. L'evoluzione è lenta e sostenuta da motivi insistiti e intrecciati in modo da non mettere in secondo piano nessuno strumento, cosa che raramente capita in questo cd, che preferisce momenti di protagonismo, nonostante la completa assenza di assoli. La musica ci deride, e infatti è questa l'impressione che si ha con "When All The Laughter Has Gone". Ci sembra appunto che siamo al centro di un'arena derisi da una folla invisibile che si sente benissimo però. Ancora una volta veri maestri nell'elaborare una motivo che appunto richiama derisione. E pianto che verso la fine si tramuta in rabbia. Poi campanelli e sonagli ci accompagnano nell'introduzione di "Collapsed", altra traccia pregna di atmosfere black, senza mai abbandonare arpeggi scordatissimi e momenti di silenzio apparente. Spesso gli strumenti sfumano uno per volta per poi ricomparire gradualmente, lasciando posto all'estro di ogni componente di questo trio che così può riarrangiare le proprie strutture in modi diversi. L'apparenza infatti è che sia molto ripetitiva come musica, da un lato è così, ma dall'altro c'è la rielaborazione personale di ogni momento da parte di ognuno.
E' musica minimalistica, non è possibile ascoltarla distrattamente o come sottofondo. La sorpresa si ha in "Fields", che ci delizia con un intervallo di chitarra acustica, dopo 2 minuti di tempi e riff al limite del metal. E mai così bene passa 1 minuto di chitarra acustica in una canzone che con strafottenza la trasforma in riff come se fosse una struttura ampiamente collaudata e classica... La decisione è quella di terminare con la traccia più lunga e ricca di passaggi attraverso le eterogenee influenze dei Dolorian.
"With Scorn/Perish" di 11 minuti si trascina lentamente intorpidita fino a passare ad un riff più pesante con tempi più lenti, propri del funeral doom, quasi a sottolineare un crescendo di dolore ma un rallentamento della motilità... Tutto ciò per illudere con un nuovo passaggio simile a quello iniziale, che riporterà al peggiorare spietato con minime che diventano semibrevi e poi... brevi... Il dolore porta alla fine, alla paresi totale. Perish è la parte finale della traccia che pare il passare incessante di tutto ciò che è intorno e che non cambia perchè si è paralizzati. Chi dalla paura, chi dal dolore, chi dall'apatia... Niente cambia quando si resta fermi.
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