Aver divorato buona parte della serie di Hap & Leonard non ha lenito la mia sete e così ho cominciato a leggere anche diversi romanzi ed ora sto aspettando. Aspettando che questa fase di innamoramento se ne vada via, che la razionalità scenda e mi faccia intravedere qualche crepa in questo modo di scrivere ai miei occhi così brillante e privo di difetti. E’ un anno che aspetto. Se lo incontrassi, Joe intendo, gli stringerei una mano calorosamente e nella distrazione del momento cercherei di staccargliela di netto. Chissà, magari per induzione riuscirei ad avere un po’ del suo talento pigiando i tasti con le dita ancora gocciolanti. Naaa, questo texano è pure un patito di arti marziali e quindi è assai probabile che me la staccherebbe lui dal polso, la mia mano. Con aria interrogativa la guarderebbe inclinando la testa come un cane e prima di lasciarla lì, sul ciglio della strada, ci si gratterebbe forse ben bene il culo o la userebbe semplicemente per aprire una Dr Pepper.
Ero alla lettera B quando sono incappato nel suo nome in un fila di DVD. Poi sulla locandina, in alto a destra, la scritta Bruce Campbell. Tanto basta. Un racconto di Lansdale interpretato su schermo da uno dei miei miti di gioventù è un qualcosa che vale la manciata di euro richiesti!
Un Elvis invecchiato vegeta in un ospizio. Alzando le lenzuola si guarda l’uccello malato ed ormai privo di vita, forse un cancro, che deve essere massaggiato quotidianamente con una crema da un‘infermiera che durante l’operazione trattiene a stento i conati di vomito. A lui: il Re del rock! C’erano donne che si sarebbero ammazzate per poter essere nei panni di quell’infermiera, ma ora sembra che quel tempo sia finito nello sciacquone del peggiore cesso del mondo e che qualcuno gli abbia dato un calcio per finire nel buco del culo del nulla. Uno specchio in mano e vede rughe, sul volto quasi irriconoscibile, all’interno delle quali ci si potrebbero nascondere un paio di Tremors tanto sono profonde. L’unico che gli crede, al fatto che sia davvero Elvis e non un sosia impazzito, è JFK. Ricorderete quel pomeriggio scoppiettante a Dallas, nel 1963. La gente della casa di riposo, a dire la verità, ritiene che sia pazzo e questo solo perché è nero e John, invece, pare che non lo fosse. Ma anche Elvis doveva essere morto da decenni ed invece è proprio lì, con il cazzo in decomposizione.
Sì, Giacobbo ci avrebbe sguazzato alla grande in questo racconto.
Forse al posto della Mummia egizia che succhia e caga le vecchie anime dell'ospizio ci avrebbe piazzato come antagonista Loch Ness che sale dal cesso delle camere, ma non sviamo troppo; non vorrei vi confondeste. La trama in "Bubba Ho-Tep", come avrete capito, è importante.
Il budget del film è ridicolo e questo fattore, inutile negarlo, pesa. Le riprese, tutte, sono state fatte in un raggio di 100 metri ed il finale iper accelerato sembra più dettato dalla fine del contante che dalla frenesia del regista. La colonna sonora è composta praticamente da un’unica canzone originale il cui arpeggio, peraltro azzeccato come un 6 al superenalotto, accompagna quasi tutte le scene regalando epicità western.
E’ un film divertente oltre ogni più rosea aspettativa e quasi commovente tenendo conto dei mezzi a disposizione. Qualche cieco, evidentemente sotto i fumi dell’alcool e di un treno, è riuscito a definire l'opera come una commedia horror nonostante il livello di tensione sia volutamente sempre vicino allo 0 assoluto. Al contrario il punto di forza di "Bubba Ho-Tep" consta nella sceneggiatura vorticosa: un turbine di cazzate nel quale Lansdale ci ha gettato una forte vena di malinconia maledettamente reale. L’incipit, con l’immagine del Re del rock semi-distrutto su un letto a guardarsi il membro avvizzito come specchio del suo declino, è un qualcosa che si avvicina all‘aggettivo di geniale. L’ambientazione dell’ospizio e dei suoi inquilini fa ovviamente sghignazzare, ma anche pensare e scaturire amarissime e ciniche risate. Il secondo fattore che eleva il lavoro è la brillante idea di sottolineare oltremisura la lentezza ossessiva dei protagonisti (cfr. fotogramma che ho voluto mettere come locandina) e della storia in netto contrasto con ogni action/splatter/horror movie che si rispetti.
La prova di Campbell è sontuosa nel suo saper essere spaccona e malinconica e la spalla offerta da Ossie Davis è davvero di granitica fattura. Un voto non lo voglio dare. Ci sono parti da galera alternate ad altre da inchino. Complessivamente sono contento dei 3,90 euro spesi. Non so, e non me ne frega molto, se sia un cult. Forse il confine tra cult e boiata in certi frangenti è alquanto sottile e soggettivo.
Certo è che non tutti i giorni si può dire di aver visto un Elvis in carrozzina dare fuoco ad una Mummia caga anime vestita da cowboy.
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