Non è un mistero che ormai il mondo dei cartoni/fumetti sia stato definitivamente sdoganato anche dalla "critica colta" e non sia più relegato a mero intrattenimento per lattanti; vedendosi finalmente riconosciuta la sua dignità come mezzo espressivo.
Ebbene, tra le grandi opere si sentono spessissimo citare nomi come Maus di Spiegelman, magari qualcosa dell'ormai strafamoso Miller o qualche manga giapponese, ma troppo spesso viene colpevolmente ignorato un mondo che troppe volte viene considerato al più con accondiscendenza, ovvero il magnifico mondo della Disney, rilegato invece da buona parte dei cultori del fumetto a peccato d'infanzia. E per quanto in effetti molto spesso le accuse di buonismo, infantilismo, conformismo etc. siano più che fondate, soprattutto se si guarda alla deriva odierna (sebbene l'alleanza con la Pixar abbia risollevato le quotazioni), non dimentichiamoci che la Disney fu in principio anche in grado di osare e sperimentare, basti pensare ad opere come Fantasia, Alice nel Paese delle Meraviglie, oppure certe sequenze di Dumbo, che tormentarono gli incubi infantili di questo umile scribacchino, per citarne alcune. E anche nel mondo della carta stampata ci sono opere che meritano attenzione, come la magnifica saga dedicata al "Papero più ricco del mondo", ad opera del grande Don Rosa, allievo del grande Carl Barks.
Quest'ultimo è, nientepopodimeno, che l'inventore di Paperopoli (Duckburg in lingua origianle), da sempre preferita enormemente da me medesimo a quella noiosa e cattoborghese città di nome Topolinia, ove vive il famigerato ratto, troppo smaccatamente USA, persona inquadrata, perfettina, gran lavoratrice, ligia al dovere, sempre vincente... e che palle! Molto meglio i paperi, che nei loro vizi (i ribelli nipotini, lo squattrinato e pigro Paperino...) risultavano molto più vicini e simpatici. E tra questi, il mio preferito è senza dubbio il grande magnate ed imprenditore di origine scozzese rispondente al nome di Paperon De Paperoni.
Dopo aver analizzato a dovere l'opere del suo mentore, a cui si ispirerà tutta la vita (tant'è che le sue tavole saranno sempre piene di citazioni e riferimenti al buon Barks), Don Rosa, con vero e proprio rigore da storico ricostruì una sorta di "cronologia ufficiale" della famiglia "Duck", provvista pure di albero genealogico, espandendo e migliorando l'opera del suo predecessore; trasformando in idee compiute quelli che spesso erano meri spunti ed abbozzi.
L'Opus Magnum di questo autore viene sicuramente rappresentato dalla raccolta qui recensita (il ciclo originale è composto da 12 episodi, poi espanso da ulteriori capitoli postumi), in cui viene narrata la storia, dalle umili origini come lustrascarpe, alla scalata al vertice della società del vecchio multimiliardario, che viene nel corso di questi sviscerato e analizzato, come probabilmente nessun altro membro della grande famiglia disneyana precedente o successivo, diventando da monocolore vecchio, solo e scorbutico (come originariamente ideato da Barks), un personaggio completo e a 360°. Senza troppo stare a descrivere nel dettaglio la storia si assisteranno a eventi come l'ottenimento della mitica "numero uno", gli scontri con le generazioni precedenti di bassotti, nonchè la conoscenza di Goldie, il suo unico e incompiuto grande amore, mostrando tratti del tutto inaspettati dal personaggio, che viene elevato a sorta di eroe romantico, sempre in lotta con il destino e in grado di rialzarsi; partito idealista ed ingenuo e diventato suo malgrado cinico ed esperto, ma anche sempre tormentato dal dubbio e dai rimpianti.
Esistono insomma vari livelli di lettura ed il lettore "adulto", in grado di andare al di là della semplice storia per bambini (che comunque rimane presente), sarà sorpreso dalla qualità della storia e dai temi relativamente ed insolitamente adulti forniti. A ciò si può aggiungere che anche l'aspetto grafico risulta particolarmente curato e particolareggiato, altra piccola rivoluzione apportata dal nostro al fumetto disneyano. Per il sottoscritto una pietra miliare, nonché un pezzo di storia dell'arte(?) del fumetto.
Carico i commenti... con calma