Nel 1982, Rettore, tornata da un viaggio a Londra (era il tempo della guerra delle Falklands), alza il tiro e prepara il quarto disco nell'arco di quattro anni: stavolta è la volta di "Kamikaze rock 'n' roll suicide", un concept album che tratta di Kamikaze, suicidio e cultura giapponese. Proprio per l'estrema avanguardia dei temi trattati, il disco, nato per schizzare immediatamente al primo posto in classifica, ottiene meno successo del precedenti e deve accontentarsi della top ten. L'album viene comunque pubblicato in Giappone, Francia e Germania, dove riscuote un clamoroso sucesso.
Forse l'Italia non era abituata a sentir parlare di suicidio in musica (seppur in maniera ironica), o almeno non in musica da hit parade, fatto sta che quello che già emerge al primo ascolto, è che il disco è molto più strutturato dei precedenti, sia dal punto di vista prettamente musicale che da quello dei testi.
Il disco inoltre contiene anche un piccolo dizionario dei termini più importanti della filosofia giapponese (Kamikaze, Karakiri, Kaishaku e Bushido).
"Kamikaze rock'n'roll suicide" è però, prima di tutto, l'album di "Lamette", il singolo estivo che Rettore presenta con un look da perfetta kamikaze; parole come ''Dammi una lametta che ti taglio le vene, ti faccio meno male del trapianto del rene'', nonostante non siano esattamente da hit parade, sono sulla bocca di tutti e il pezzo è uno dei più trasmessi in radio e televisione.
I brani più riusciti, oltre Lamette, sono la title track "Kamikaze rock 'n' roll suicide", "concepito nella pancia di un samurai il suo bersaglio non sbaglia mai gatto giallo dimmi quante vite hai. Kamikaze Rock'n'roll suicide non è odio ne coraggio casomai è solo rabbia e già la preda è mia Kamikaze rock 'n' roll suicide!", "Karakiri" "Per Buddha o per Bushido o vincere o morire, per tutti i miei soldati o vincere o morire. Vorrei scappare ma i peschi sono in fiore, la mano trema, Kaishaku aspetta me, e questa terra già vomita preghiere, sento alle spalle un grido: Aheee! Karakiri!", "Sayonara" "Confido nella lotta e nella guerra, mi eccita la sfida e l'alleanza e nell'attacco la mia testa è vuota io mi stordisco d'odio e di prudenza e non ho memoria di sapienza io vivo di conquiste e di battaglie mia moglie intanto lucida medaglie chi si accontenta di pescar conchiglie non ha nel sangue il mio rumore di ferraglie io nell'addome ho una polveriera e adesso è tempo che io vada SAYONARA! Ho seminato vedove e tormenti, lamenti sopra i letti delle amanti chi si accontenta di pescar conchiglie non ha nel sangue il mio rumore di ferraglie io nell'addome ho una polveriera già tuonano i cannoni ...SAYONARA!", "Oblio", un pezzo assolutamente insolito per un disco pop, e "Giulietta", che si prepara al suicidio dopo la morte di Romeo, solo piano e voce, l'ultima canzone dell'album, a suggello di un disco che, forse perché troppo in anticipo coi tempi, non è stato capito per come avrebbe meritato. Ed è un grandissimo peccato.
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