Mi sono fatto fare un lavaggio del cervello e senza farla apposta. Mi sono fatto una cultura di gruppi rock\metal mostruosamente tecnici e bravi, perfetti a livello strumentale e perfetti a livello testuale-vocale. Questa cura me la sono fatta durare talmente tanto che ho incominciato a rifiutare gruppi su gruppi, talvolta anche spesso interessanti. Rifiuti compiuti tramite ragionamenti (scorretti) del tipo: "Ma cosa devono fare questi tipi qua?, neanche possono guardare in faccia i Dream Theatre", "E questi altri che cosa voglio cantare dal momento che ci sono i Children Of Bodom in giro?" Ma poi con il crescere mi sono accorto, che talvolta il senso dell'estasy musicale, quel momento di piena godibilità, e di soddsfazione acustica la si percepisce anche in gruppi che l'estremismo lo raggiungono senza dimostrarsi disumanamente bravi con le chitarre in mano.
Donovan mi ha fatto un pò (ri)scoprire il gusto della musica fatta bene, della musica calma, lenta tranquilla, di quella musica affascinante e che senza essere troppo classica, nascondendo in se stessa tanti segreti è in grado di farti sognare. Questo album a mio parere è fantastico. chitarre classiche, flauti, clarinetti, tamburelli, e tanti altri strumenti speciali compongono delle melodie stupende e ben articolate. La voce è un po' sussurrata, ed è appunto per questo anche molto coinvolgente. Trovare una sola canzone brutta in questo cd è a dir poco impossibile, ogni canzone è bella a modo suo, io che (senza scorno) ascolto sempre la musica quando sono un po' fatto, i migliori viaggi psicologici li ho fatti con questo album.
È la riscoperta/omaggio in "Donovan" maniera ai Folksinger, presente ancora prima che spopolassero i Beatles e confermassero la moda del beat, ancora prima di Bob Dylan, una musica che a distanza di secoli sembra sempre essere stata presente nelle nostre teste.
Sicuramente gli anni '60 furono gli anni in cui i cantautori/menestrelli divorarono tutto il mondo grazie alla loro manifestazione artistica innovativa. Ma nessuno, e confermo nessuno, era come Donovan, nessuno mise mai in piedi un raga folk con venature blues/pop e ritmi da vecchi piano bar. E questo album nè è la massima concezione.
Si parte con "Hurdy Gurdy Man" brano sorprendente, con chitarra classica e voce quasi misteriosa, con presenza di distorsioni sonore che ne garantiscono una certa "psichedelia". segue poi la fantastica "Peregrine" in cui la voce mistica accompagno lo sfondo di una tastiera a effetto fisarominca/coranmuse che sembra raccontare una antica atmosfera drammatica scozzese, contribuiscono suoni tipo nacchere e bonghetti. "The Entertaining of a Shy Girl" è solo una piccola e rilassante ballata da due minuti in perfetto stile, che anticipa "As i Recall it" perfetto blues allegretto e melodico; e diventa sempre più difficile analizzare le canzoni, da una rillassantissima "Get Thy Bearings" a una canzone stile barocco/medioevale chiamata "Hi its Been Long Time" che è in pratica a livello sonoro è la risposta a una ipotetica domanda tipo: "Come mai Donovan è considerato un menestrello?". Poi una perla con il vero raga-folk: "West Indian Lady" e "Jennifer Junniper" che forse tutti conosciamo perché colonna sonora di un famoso spot di merendine (se non sbaglio erano fette biscottate). Ne seguono tante altre che meritano un obbligatorio ascolto.
In conclusione: "Hurdy Gurdy Man" che tutti dovrebbero ascoltare, un esempio di musica alternativa come nell'era moderna nessuno avrebbe mai potuto rappresentare.
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