Ivar "Il senza ossa", primo di quattro fratelli vichinghi e figlio del sovrano Lodgrok, per ordine del padre attaccò le coste dell'Inghilterra cristiana, facendo dilagare in Europa la minaccia pagana, incarnata dal popolo danese.

La vicenda che i nostrani Doomsword ci hanno narrato nel 2003 con il loro terzo lavoro è molto più complessa del piccolo sunto che ne ho fatto. Attraverso la musica le trasposizioni delle battaglie e degli stati d'animo dei guerrieri vengono resi in maniera superba, molto meglio di una semplice storia narrata. I cinque lombardi (è di pochi mesi fa la notizia dell'abbandono per motivi personali dell'axemen Maurizio "The forger"), continuano con "Let Battle Commence" il loro doom/epic/viking riuscendo ancora una volta a creare canzoni lunghe, complesse ma allo stesso tempo evocative, caratterizzate da chitarre possenti in primo piano ed un cantato profondo e "oscuro".

Rispetto ai due lavori precedenti, le atmosfere si fanno maggiormente epiche e cadenzate e il risultato di questo modo di intendere il metal è "Heathen assault". Una song "nordica" ed evocativa come poche, che grazie al suo inizio arpeggiato fa rivivere l'atmosfera tesa precedente alla battaglia. Già con questa primo pezzo si delinea il songwriting complesso dei Doomsword: sebbene la struttura del brano sia circolare, le chitarre che si sovrappongono, gli interventi acustici e l'andamento battagliero non rendono semplice l'ascolto della song, così come dell'intero album. A dimostrazione di questo, "The siege", scorre lentamente e articolata nella sua pesantezza metallica, racconto in musica dell'assalto portato da parte dei vichingi all'ormai devastata Inghilterra. La band canta le gesta di popoli antichi, ma soprattutto di popoli pagani. "Woden's reign" è l'inno dei vichinghi, il loro grido di battaglia. Una song monolitica e epica, la migliore dell'intero platter.

Accanto a tutto questo ben di Odino, "Deathbringer" e "Blood eagle" perdono il passo e fanno calare il livello del disco. Niente di irrimediabile se l'ultima traccia è "My name will live on". Le tinte epiche e drammatiche si accentuano toccando livelli di pathos davvero notevoli e il cantato di Deathmaster tocca il massimo per espressività e teatralità, concludendo in modo superbo un album sicuramente ben orchestrato.

Non siamo di fronte ad un capolavoro e probabilmente neanche dinanzi al migliore della band, ma "Let Battle Commence" rappresenta un'avamposto per tutti coloro che amano questo genere di nicchia. Il terzo lavoro in studio dei Doomsword è senz'altro un album compatto, ben suonato e complesso, che necessita di diversi ascolti prima di essere apprezzato pienamente. Dai temi narrati, alla musica, all'epicità, l'intero disco è riuscito alla grande e rappresenta una delle migliori opere del genere epic in Italia.

1. "Heathen Assault" (8:27)
2. "In The Battlefield" (5:19)
3. "Woden's Reign" (7:01)
4. "Deathbringer" (7:45)
5. "The Siege" (8:20)
6. "Blood Eagle" (8:09)
7. "My Name Will Live On" (7:32)

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