Arpista di insuperabile talento, Dorothy Ashby fa parte di quel nutrito gruppo di artisti che, tra la fine degli anni '60 e l'inizio della successiva decade, tentarono di accostare le classiche sonorità jazz alle tendenze funk tipiche della black music di quel periodo. Afro-Harping, pubblicato nel 1968 è senza alcun dubbio uno tra i risultati migliori della sopracitata fusione di generi: dieci magnifiche tracce in cui il talento della Ashby risplende in tutto il suo splendore, accompagnato da un drumming sostenuto e da arrangiamenti a tratti sconvolgenti per la loro attualità. Afro-Harping, infatti, come numerosi dischi jazz e funk di quegli anni, è un lavoro tutt'altro che datato o consumato dal trascorrere degli anni (ben trentasette), e che suona benissimo anche ai giorni nostri.
L'intro ipnotica di "Soul Vibrations" sembra quasi provenire dal campionatore di qualche moderno manipolatore di suoni piuttosto che dagli strumenti di una ensemble jazz d'annata, "Games" e la sua batteria dal sapore latino sembrano quasi ricalcare le moderne tendenze "brazilectro" di una certa club music attuale, la chitarra iniziale della pacata "Lonely Girl" ispira al campionamento immediato, la title track sfoggia ritmi pesanti e potenti groove di basso da fare invidia al Roni Size di "Brown Paper Bag" (che sarebbe arrivato solo trent'anni dopo), "Theme From Valley Of The Dolls" colpisce per la sua atmosfera sognante ed il sottofondo magnifico di archi, e se vi ritroverete a muovere su e giù la testa come nella migliore tradizione rap al ritmo della magnifica "Come Live With Me", non spaventatevi, l'incantesimo di Afro-Harping ha sortito l'effetto desiderato.
Su tutto, risalta la tecnica sopraffina di Dorothy Ashby che, man mano che prosegue l'ascolto, regala emozioni uniche e fa quasi perdere l'ascoltatore tra note della sua arpa.
Un disco da avere, in sintesi, sia per gli appassionati di jazz, e anche per tutti coloro che, fanatici e seguaci di sonorità più moderne, sono desiderosi di scoprire le fonti d'ispirazione dei loro beniamini.
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