Fuggire.

Allontanarsi dalle liti condominiali, dalle aste truccate, dagli amici molesti, dai nemici ossequiosi. Meglio girare l'angolo e costruirsi una tana, la quotidianità elevata a nenia garbata, lavorare al di sotto delle proprie aspettative, individuare un punto di riferimento in basso. Senza rancore anzi con infinito sollievo. La Generation X non ha perso; non ha cominciato neanche a giocare.

Coupland ci da uno spaccato superbo di quella generazione post-youppie che dai primissimi anni  '90 a cominciato a lanciare anatemi di carta e a seminare dubbi senza dare i frutti prevedibili (e non previsti).

Doug, Andy e Claire sono tre giovani di estrazione borghese che lasciano le loro vite agiate per delle esistenze infinitamente più agiate. Ma mentre negli anni 70' si andava in India, ora al massimo si arriva in Baja California (per fortuna). La rivoluzione non passa più attraverso le pistole fumanti e le molotov in volo ma seduti su una sdraio di un modesto bungalow.

Scomparso l'ideologismo sfrenato (70') e l'edonismo rampante (80') ecco l'intimismo estremo.

Perché dev'essere così difficile riuscire a semplificarsi la vita?

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