L'altalenanza tra una canzone cantata da Jenny Homer ed un'altra da Charlie Baldonado crea quella nostalgia trasognata che ci fa alzare le spalle sui nostri rimpianti. I ricordi, le piccole sofferenze del passato, quella solitudine che in gioventù in certi periodi ti schiaccia, è filtrata da un "non fa niente" di intrecci musicali che sono di per sé un sorriso al passato.

E la malinconia non può che risultare felice in queste storie che ci raccontano 'sti ragazzi nel 1988. Di una straordinaria intensità emotiva le canzoni che una dietro l'altra, nella loro limpidezza, ci immergono in un'atmosfera di lieve tristezza che procura il piacere di ricordarsi giovani.

Come dicevamo, profondi gli interventi vocali di Jenny rispetto a quelli più scanzonati del Baldonado che comunque insieme creano un'evanescenza luminosa che ci contagia nella sua immediatezza elettroacustica.

I motivi musicali possono ricordare viaggi spensieratamente intrapresi percorrendo quelle polverose strade statali americane che continuano dritte e piatte per centinaia di miglia e che luminose fanno partire, con la loro desolazione desertica naturale, un revisionismo intimo spietato anche per gli spiriti semplici. E poi magari ci si accorge che non ci si è mossi dal divano che sta nel tinello e che tutto è circoscritto alla "casa".

Una staticità di interni fisici e psichici che costruisce una dissolvenza per le nostre angoscie. "Piccoli passi" ma grandi sensazioni.

Carico i commenti...  con calma