Cinque mesi fa ero, insieme ai miei compagni, in gita a Parigi. Ci ritrovammo davanti all'hotel alle otto e mezza e c'incamminammo per la metro. Io, come sempre d'altronde, camminavo con le cuffie nelle orecchie, stavo ascoltando "Arcane Rain Fell" dei Draconian. Giunti in metropolitana un mio compagno, un ragazzo molto alto d'origine finlandese che è solito "scroccarmi" la musica in formato digitale, mi prese una cuffia e se la mise all'orecchio. La sua faccia s'illuminò subito; -"E' bellissima questa canzone, chi sono?". -"I Draconian, sono svedesi". -"Sono veramente bravi, hanno uno stile molto maestoso". Fu così che stemmo per tutto il tragitto sotterraneo con una cuffia per uno, ad ascoltare il growl del cantante e le bellissime partiture di chitarra.
Questa storia mi è venuta in mente poco tempo fa e mi ha fatto capire che, quando una band è brava, non c'è nulla da fare non possono che piacere. Magari non apprezzerete il genere ma, quando c'è "la stoffa", non si può restare indifferenti.
I Draconian sono una band svedese nata nel 1994 e dedita al Gothic Metal, genere ormai inflazionato da troppi gruppi e gruppetti di pessimo livello. Bene, questo combo scandinavo è sicuramente una mosca bianca nel genere, la loro proposta (anche se sicuramente non innovativa) rappresenta un bellissimo esempio di vero Gothic Metal. Se si dovesse giocare al classico: indovina da quali bands è composto il sound del gruppo, direi che i Draconian sono una splendida miscela tra i Candlemass, i Theatre Of Tragedy e i My Dying Bride.
"Arcane Rain Fell", uscito nel 2005, è un album stupendo, il migliore della discografia della band. L'album s'apre con "A Scenary of Loss", una bellissima traccia da oltre nove minuti che introduce l'ascoltatore nelle stupende atmosfere del cd. Tristezza, desolazione, malinconia ed inquietudine sono miste ad una sensazione di solenne maestosità; qui non troverete le solite melodie eteree, il gothic dei Draconian proviene direttamente dai maestri del Doom Metal. Gli svedesi sono bravissimi ad innalzare, con il loro sound maestoso, una cattedrale sonora d'ottimo livello; grazie a Anders Jacobsson e al suo ben calibrato growl, il quale riesce sempre a risultare in perfetta armonia con la voce angelica di Lisa Johansson. La canzone procede con questo stupendo duetto, per poi scemare con una malinconica parte strumentale suonata dal tastierista Andreas Karlsson. Ed è in queste atmosfere plumbee, le quali ricordano giornate grigie dove la vita spadroneggia con la sua Draconiana legge, che s'arriva al primo capolavoro dell'album: "The Apostasy Canticle". Non si può che essere riconoscenti a Johan Ericson (chitarrista e mente del gruppo, attivo anche con il suo ottimo side project Doom:Vs). La chitarra granitica incide il cuore dell'ascoltatore con la sua stupenda melodia, il growl del cantante è profondo e rabbioso, la canzone procede lentamente fino alla parte centrale dove accelera e l'atmosfera si fa più luciferina grazie all'uso delle tastiere. Successivamente, la traccia si calma e le chitarre ritornano a tessere la loro stupenda e mortifera tela. Dopo "Heaven Laid In Tears (Angel's Lament)" ed "Everlasting Scar" si passa al vero capolavoro della band, senza dubbio una delle più belle canzoni che mi sia capitato di ascoltare in questo genere musicale: "Death Come Near Me". La traccia è una lunga suite di quindici minuti, e si apre con un bellissimo arpeggio di chitarra la quale poi, diventa granitica e pesante. Questa volta è la voce della cantante ad attaccare per prima, seguita dallo stupendo growl di Anders. I due duettano in modo eccezionale, l'atmosfera che si crea è quella della desolazione più completa, il cielo sempre più grigio minaccia pioggia, la vita sembra scorrere al rallentatore, attimi d'angoscia e di profonda solitudine penetrano dalla musica. Ad un certo punto la melodia cambia, la chitarra torna ad essere più dolce e la voce del cantante diviene pulita. Ma è solo un'illusione, presto l'oscurità ritornerà a vivere sovrana, la Natura non smetterà di far valere la sua spietata legge. I brividi salgono quando si sente Anders e Lisa pregare "Oh Death, come near me,/save me from this empty, cold world!/Oh Life, you have killed me, /so spare me from this couldron of misery!". Questo è sicuramente il momento più ricco di pathos di tutto il disco. I toni poi si calmano lentamente, una splendida partitura di tastiera addolcisce l'atmosfera, la desolazione prende vita dal pentagramma, le due voci duettano in modo splendido e naturale, la chitarra disegna per l'ultima volta le sue melodie; tutto sfuma, il volume degli strumenti si abbassa fino a spegnersi del tutto, lasciando una terribile sensazione di tristezza e di vuoto interiore.
L'album non presenta particolari lati negativi, la produzione è perfetta, il cantato dei due non è mai fuori luogo e le melodie riescono sempre a stupire. Inoltre la partecipazione della voce femminile è stata ridotta rispetto al loro album di debutto "Where Lovers Mourn", conferendo al gruppo molta più personalità.
Tirando le somme, si può dire che il cd è spettacolare, pregno d'atmosfere desolanti e malinconiche le quali faranno sicuramente la felicità (o l'infelicità, sarebbe meglio dire) degl'ascoltatori. Mettete le canzoni nel vostro mp3 ed uscite di casa, magari in una giornata nuvolosa quando le strade cittadine non sono molto popolate, ed avviate la riproduzione dell'album. Camminate per le vie, passate di fronte ai palazzi e alle chiese che adornano la vostra città e poi, fermatevi in mezzo al ponte, ove sotto scorre il fiume, e guardate l'orizzonte. L'amarezza e la tristezza che solo la vita sa dare scorreranno nei vostri vasi sanguigni e, magari, gl'occhi incominceranno a luccicarvi. In quegl'attimi di solitudine sarete anche voi felici d'avere, come unici compagni, i Draconian.
voto 87/100
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