Sinceramente non lo reputo il miglior album della band britannica, preferisco di gran lunga il primo "Valley Of The Dragon"; ma poichè ne mancava la recensione sul debaser, ne approfitto più che altro per aprire una discussione sullo stile musicale di questo simpatico complessino.
Tutti sappiamo che hanno avuto un sucesso velocissimo e che a differenza di altre band che prima di affermarsi dovettero fare parecchi cambi di formazione e stile, i DragonForce divennero famosissimi già con il loro primo demo, e raggiunsero le vette di tutte le classifiche power metal, facendo da spalla agli Stratovarius nel 2000. 'Valley Of The Damned' fù il debut-successone, che diede l'inizio a concerti, interviste, videoclip, tour e di conseguenza ad altri due album; il qui recensito e in ultimo 'Inhuman Rampage'. Perchè i DragonForce ebbero così tanto successo e in poco tempo, e soprattutto, contemporaneamente, perchè ovunque si parla male dei DragonForce ?
Alla seconda domanda risponderei semplicemente dicendo che è tutto il power metal ormai ad essere odiato, in quanto ogni gruppo è clone di qualche altro gruppo, ma questo non lo si può dire in riguardo ai DragonForce, che (rispondendo alla prima domanda) ebbero la geniale idea di aggiungere un carattere al loro metal: quello dell'estrema velocità. Ecco quindi che i DragonForce, sono "quelli veloci", quelli che fanno "power estremo", con assoloni da scintille assai melodici. I DragonForce saltano in continuazione, girano sul palco non stanno mai fermi, se non altro non si può dire che non siano originali.
Ma la abbondante padronanza tecnica soprattutto in campo alla velocità di batteria, chitarra e tastiera non è l'unico trucco del loro stile ben riuscito, ci sono anche rare combinazioni di Hard Rock e "Musica da Videogame" (per non parlare a volte, delle forse spropositate modifiche digitali alla voce). Ebbene si, i dragonforce mi piacciono, e mi piace il fatto che ogni loro canzone ha una buona carica di espressività manifestata nei chorus, nelle tastere e negli alti acuti di ZP Theart che sprigionano allegria, misticismo, epicità e soprattutto melodia.
Il nome della band la dice lunga: "Forza del drago", e i titoli delle canzoni non sono da meno, le canzoni infatti narrano sempre la solita solfa di battaglie epiche contro\con draghi, ma d'altronde il mondo fantasy è diventato una categoria in sè nel vasto mondo del metallo, e quindi non c'è niente di male se la band decide di impegnarsi a rappresentare questo contesto, considerando poi che lo fà molto bene. Quindi abbiamo una musica che per quanto possa essere ingenua è ben fatta, risultato di un mix tra velocità, potenza e allegria.
L'album si annuncia con My Spirit Will Go On che presto diventa la canzone dei DragonForce per Antonomasia, con una batteria allarmante e sotto certi punti di vista assurda, e le due chitarre, una del capitano Herman Li (nominato il più bravo tra i giovani chitarrista metal) e l'altra di Sam Totman (godibilissimo il video live in cui nel bel mezzo di un assolo ognuno dei due tiene in mano la sua chitarra ma con l'altra mano scorrono sul manico della chitarra del compagno, ovviamente uno dei due è mancino) sono subito protagoniste di questa canzone melodica dolce e potente, che come tutte le altre sette non manca di assoloni spettacolari.
Ritornelli canticchiabili, e liriche accompagnate dai chorus che ti si infilano in testa e non riescono a farti evitare di canticchiare la canzone, riff taglienti e ruvidi una sana dose di allegria, felicità e lunghi pezzi strumentali sono la base di tutta la tracklist. Sonic Firestorm è una furia sonica, un tuffo nell' extreme power metal, ma ha una piccola pecca in confronto al suo precedente V.O.T.D perchè mentre questo si impegnava nell'evidenziare diverse melodie, questo è un pò monotono e ripetuto, ma non per questo brutto. Molto tecnico per canzoni come "Fury Of The Storm" e "Fields Of The Despair” con ritornelli molto belli e pezzi strumentali impressionanti, fluide e dinamiche le tastiere pompose di quel senso di "fresca goduria" e sincronismi a dir poco perfetti.
Ogni album power che si rispetti ha sempre la presenza di una ballata dolce e carica, è il caso della bellissima Dawn Over New World, poetica e malinconica, molto espressiva e accattivante. Cambia leggermente atmosfera la seguente Above The Winter Moonlight, che lancia leggeri cambiamenti di ritmiche ma mantiene vivo il ritornello canticchiabile, però ahimè.... qui ci avverto un leggero plagio nell'assolo di tastiera molto SIMILE a quello di black diamond degli Stratovarius.
Si continua con un altro bellissimo pezzo, a mio parere il più bello di tutto l'album: "Soldier Of The Wasteland", canzone con la quale ho conosciuto la band, dalla durata di ben dieci minuti è un turbine di assoli di tastiera, batteria, chitarre e basso, un pezzo carico di adrenalina e allegria, a dir poco fantastico e con un lunghissimo pezzo strumentale con cambi di tempo. Segue un altra canzone dal titolo "Prepare For War", melodica come le altre e accompagnata da interessanti cori soffici e lievi; conclude più che decentemente Once In A Lifetime.
Questo album non si ascolta tutto di un fiato, la monotonia si sente più volte, è questo è a mio parere il più grande difetto. Non voglio sopravvalutare i DragonForce e mi rendo conto benissimo che ciò che fanno è un pò infantile e che quello che loro classificano come "extreme power metal" sotto diversi punti di vista può essere definito "power metal (tirato) all'estremo".
D'altronde velocità non è una caratteristica che compone la qualità di un prodotto, ma per chi vuole ascoltare qualcosa di forte, allegro e potente, la ricetta dei DragonForce è molto soddisfacente.
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