Già lo sapevamo: la New Wave è tornata di moda. Joy Division, The Smiths, Cure, Chameleon Uk e Depeche Mode sono le icone delle nuove generazioni di musicisti. L'abbiamo appreso leggendo le interviste a Interpol, Editors e Libertines. L'abbiamo scoperto con i gruppi mainstream ma anche con le produzioni underground.

E' proprio su quest'ultima categoria che vorrei focalizzare la mia attenzione per parlarvi dei Dream Affair. Una band statunitense cresciuta con i vinili (o gli mp3) di alcune delle realtà ottantiane citate all'inizio del precedente paragrafo. C'è da essere felici oppure dobbiamo sbadigliare? Con i Dream Affair non ci troviamo né di fronte allo scimiottamento pedissequo né alla riproposizione "riveduta e corretta" di quelle sonorità che hanno marchiato gli anni della Tatcher e di Reagan.

Amo molto questo loro “Endless Day”. E' un disco che certo non farà urlare al miracolo ma che di quelle sonorità , a noi molto care, riesce a mantenere l'essenziale.

C’è di tutto: ritmi ballabili alla New Order, malinconia “jodivisioniana” e pop sognante in stile 4AD. Secondo me non faticherete nemmeno nel rintracciare sprazzi dei primissimi Simple Minds.

Ascoltate brani come la title track, “Silent Story”, “405” o “No Use Hiding”.

Personalità spiccata e robusta determinazione. Revivalistico sì, ma con classe!

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