I Dream Theater, dopo averci viziati e deliziati con magnifici album come "Images And Words" (1992), "Awake" (1994) e "A Change Of Seasons" (1995), nel 1997 sfornano, dopo questa stupenda triade di dischi storici, "Falling Into Infinity", (prodotto da Kevin Shirley, produttore anche di "Brave New World" degli Iron Maiden, e responsabile del mixaggio di "Train of Thought" dei D.T.). Del gruppo dobbiamo dire che alla tastiera c'è ancora (e purtroppo) Derek Sherinian. Per sommi capi bisogna dire che se c'è un difetto nel disco (che per me non è) sarebbe questo nel ritmo delle canzoni piuttosto lento... ne dobbiamo dire un'altro ? Il principale errore, a mio parere, sta negli stupidissimi quanto inutili effetti tecnologico-futuristici, opera di Sherinian, che poi come tastierista nei D.T. poco c'azzecca !
Vediamo adesso le canzoni di quest'album:
La prima traccia è "New Millennium", dopo un'intro firmato (cagato) da Sherinian parte la vera canzone, è bella devo dire, mi piace, è coinvolgente... poi si passa alla nr.2, "You Not Me", canzone che non mi piace tanto, il testo non mi dice veramente niente e poi la canzone stessa non mi entusiasma. La terza canzone è carina, lenta, anche troppo forse... ma trascina... lascia la mente volare e... cazzo papà ti ho detto mille volte di non mettere la roba pure nella nutella !... Che stavo dicendo ? Ah, che mi piace questa canzone, è una delle più belle del disco... poi questo magnifico lento muta, a tre minuti dalla fine tutti cacciano fuori i cogl... ehm la grinta per un finale bello, più veloce ed energico, mi piace proprio il solo di Petrucci (ah, questo disco è l'ultimo in cui John utilizzerà l'Ibanez, forse poco ve ne fregherà, scusate dell'interruzione !), è lento, pulito, poi va velocissimo e infine si ferma, un applauso...(clap, clap, clap !!!).
"Hollow Years" è bellina, però questa rimane lenta fino alla fine, una bella canzone acustica che ci rilassa e ci fa addormentare con quel lettore cd sulla poltrona... poi a farci risvegliare ci pensa la nr. 5, la favolosa "Burning My Soul", mi piace l'intro by John Myung, la canzone è equilibrata aggressiva senza mai esserlo nel vero senso della parola, nel ritornello una bella doppia pedalata partorita da Portnoy ci allieta i Sub-woofer dello stereo (ma non i vicini di casa però !). "Hell's Kitchen" è un capolavolo strumentale veramente bello ed indiscutibile, è sicuramente la più bella traccia del disco, melodica, tecnica, lenta... è perfetta ed è l'unica in cui Sherinian compie un buon lavoro, azzeccando tutto (e quando ci vuole, ci vuole !). "Lines In The Sand" è un'altra delle "Ignave" traccie di questo disco, ha un ritmo piuttosto acceso ma non mi piace il ritornello, poi ci sono (tanto per cambiare, eh ?) gli sperimentalismi di Sherinian che tanto mi annoiano !
Ma cosa succede... passano cinque minuti, e dico <
Conclusione: molti dicono che questo disco è un fallimento, una specie di buco nell'acqua, secondo m
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