Roma 4 luglio... Giornata dal caldo infernale... Mi ritrovo nella capitale del mio paese insieme alla mia donna e a un mio grande amico chitarrista. Siamo tutti in trepida attesa dopo un lungo viaggio da Modena (ben 4 ore e mezza!) di assistere allo show che il teatro dei sogni ha deciso ancora una volta di concederci.
Arriviamo, dopo aver osservato nel pomeriggio le bellezze storiche della capitale (ma con sempre in mente la batteria mastodontica di quel mostro che fa nome Mike Portonoy e le sue funamboliche gesta dietro le pelli), verso le 9, al Foro Italico del Tennis.
Il posto seppur molto bello non è poi così grande, ma non importa, le prime note di Glass Prison aprono la serata e quelle di In The Name Of God vanno a chiuderla... Tutto sommato il concerto non è stato male, se non fosse che le aspettative risultassero totalmente diverse da ciò che ci era stato annunciato...
Si potrebbe dire forse lo stesso per questo ennesimo live della band più amata/odiata che io conosca sulla faccia della terra. I 5 newyorkesi si sa che non è da ieri che suonano, perciò non c'è da aspettarsi un prodotto pieno di errori o di rifacimenti in studio, poichè costoro non ne hanno affatto bisogno, anzi forse le poche sbavature presenti fanno capire all'ascoltatore che non è un best of, ma un live, vista anche la scialba partecipazione del pubblico (ma si sa i giapponesi guardano da seduti in rigoroso silenzio... bah! che gente strana!).
La scaletta proposta dal gruppo rimane però a mio parere la pecca più grossa di questa uscita discografica. Incentrata più che altro non sull'ultimo album di inediti Train Of Thoughs, bensì su la discografia recente e poco proposta fatta eccezione della straconosciuta (e ormai diciamocelo ne abbiamo le scatole piene...o no?) Pull Me Under e alcuni episodi di Falling Into Infinity (quali New Millenium,Trial Of Tears etc.) per altro proposti in malo modo.
Se non altro al concerto di Roma e ancora meglio a Bergamo dove il teatro doveva proporre pezzi da tutto il loro repertorio (i concerti si kiamavano An Evening with DT ma in realtà potevano dire che proseguivano il Train of Though tour... bah!) sono state proposte alcune songs da Awake e addirittura da When Dream And Day Unite, quali The Mirror e A Fortune In Lies di cui qui invece non si vede nemmeno l'ombra.
Altra grande defaillance di questo live è la disilludevole prestazione di LaBrie, il quale ha detto a mezzomondo in ogni tipo di occasione che ha ricominciato a studiare canto, ma che in più occasioni qui accusa brutti colpacci e sinceramente a volte è veramente fastidioso causa una nasalità della voce e una cattiveria gratuita davvero fuori luogo (l'unica cosa buona che riesce a sfoderare è qualche vocalizzo che comunque nel live Scenes From New York riusciva comunque tranquillamente a fare). Non c'è nemmeno da parlare di suoni e qualità sonora perchè si sa che persino i bootleg dei DT sono magnifici sotto questo aspetto, visto il miracoloso staff di tecnici vari che si portano appresso i nostri, che rende la performance live tale quale quella da studio (mi chiedo in continuazione come facciano... bestiali!).
In quanto alla prestazione dei 5, anche se non volessi non potrei non dire che nonostante l'impressionante bravura di tutti, la situazione live dei DT si ripresenta ancora una volta come solito : Portnoy straborda da tutte le parti ed è talmente in forma da permettersi una performance solista con Ruddess praticamente tutta infarcita di doppia cassa a livelli paurosi, Petrucci riesce a stento a fare 4 note non alla velocità della luce e anche a livello ritmico si dimostra preciso ed incisivo, Ruddess è la vera rivelazione di questo live (anche se rimango dell'idea che Kevin Moore sia irragiungibile) poichè spiritoso, non per forza funambolico e improvisatore folle (rende i pezzi Live!), di Labrie ho già parlato e posso aggiungere però che manca di quel fascino nelle parti basse che una volta lo contraddintingueva da altri cantanti prog... e poi chi rimane... Ah già Myung... come al solito, anche se un poco di meno rispetto ai live precedenti, in secondo... ehm ma che dico terzo, quarto... no dai diciamo dietro le quinte... (a parte ovviamente l'assolo di Metropolis part1 presente nel pezzo Instrumedley una sorta di medley di vari pezzi strumentali dei DT tra cui Erotomania, Change of Season,Ytse Jam ed i dischi degli LTE).
Per quanto riguarda il booklet non penso ci sia bisogno di parlarne essendo un live, a parte che è veramente orribile l'idea di rendere la copertina come la bandiera del Giappone mettendo al centro di uno sfondo bianco una foto in tinta rossa del concerto dei DT e le scritte in pseudo orientale... ma d'altronde non è a questo che i DT badano...
I DT hanno sfornato questo buon prodotto, forse per far più che altro un favore ai più accaniti fans, forse per dimostrare ancora una volta di che pasta sono fatti (anche se stento a credere che ci sia qualcuno che non lo sappia...) o forse per una semplice azione commerciale...
Per chi non avesse ancora un live dei DT non saprei se consigliarlo o no... sono molto legato al Live at the Marquee anche se diversissimo. Resta il fatto che questo è un buon prodotto, non di facile ascolto vista la complessità del prog metal proposto da questa band di New York, ma indubbiamente di buona musica anche se spesso e volentieri un po' sterile e fine a se stessa.
Consigliato per i fan, per chi non conosce i DT meglio iniziare con i loro capolavori Images & Words e Awake, per gli altri consiglierei di spendere i vostri euri in altri gruppi quali in primis gli emergenti Pain Of Salvation, Flower Kings o i grandi ma poco considerati Fates Warning... avranno molto di più da dirvi.
La scaletta dei 3 cd - non avendo trovato informazioni su freedb.org - è la seguente:
CD1: 'As I Am', 'This Dying Soul', 'Beyond This Life', 'Hollow Years', 'War Inside My Head', 'The Test That Stumped Them All'.
CD2: 'Endless Sacrifice', 'Instrumedley', 'Trial Of Tears', 'New Millennium', Jordan Rudess keyboard solo 'Only a Matter Of Time'
CD3: 'Goodnight Kiss', 'Solitary Shell', 'Stream Of Consciousness', 'Disappear', 'Pull Me Under', 'In The Name Of God'
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