Con qualche giorno d'anticipo esce in Italia il nuovo lavoro dei Dream Theater e l'etichetta sulla custodia recita testuale che ci troviamo di fronte al nuovo capolavoro del progressive metal... sarà un canto di sirena oppure è giunto il momento di mettere nel cassetto Awake?

In circolazione già da qualche giorno nelle reti p2p "As I Am" è una canzone difficile da apprezzare, sinceramente ascoltandola le prime volte temevo fortemente per la qualità complessiva del lavoro, ma mi sono dovuto ricredere: l'intro ricorda molto da vicino sonorità del passato più recente e forse questo è stato uno dei motivi che mi hanno fatto dubitare di più di questo singolo... invece una volta che parte il ritmo, la voce di LaBrie, il cui rendimento in studio è come sempre d'altissimo livello, incalza.
Forse a causa del missaggio, quantomeno discutibile, tanto "As I Am" quanto "Honor Thy Father" risultano penalizzate e sono le stesse canzoni a dimostrarlo; basta ascoltarle per notare che la canzone risulta più piacevole laddove i Dream sono liberi di suonare come sanno fare...

Sicuramente leggendo queste prime dieci righe starete pensando che "Train of Thought" non sia un gran lavoro... beh fino a questo momento vi ho parlato delle canzoni che meno mi sono piaciute di questo album, il resto è di tutt'altra caratura!
Petrucci dà sfoggio di grande classe e sensibilità aprendo "This Dying Soul" e non nego di aver avuto un sussulto ascoltando La Brie sussurrare "Hello, Mirror - so glad to see you my friend..."
La canzone si divide in due tempi: "Reflection of Reality", il cui significato può essere riassunto in queste parole "Born into this world a broken home... Surrounded by love yet alone... A mother and a Father both pulling you..."; musicalmente si risentono i migliori Dream Theater e addirittura l'"UFO" Rudess riesce ad integrarsi perfettamente; la seconda parte "Release" è la liberazione dal dolore di una ferita che nel tempo è diventata sempre più profonda... "These tormenting ghost of yesterday... will vanish when exposed... you cant hold on your secrets".
Sembra cullarci la chitarra che accompagna la splendida "Endless Sacrifice", probabilmente uno dei migliori testi degli ultimi anni, toccante profondo senza diventare scontato. Impressionante è la complessità che possiamo ritrovare in una canzone che ricorda le migliori ballate dei Dream, e nuovamente mi devo stupire per il tastierista Rudess che dispensa grandissima classe ma finalmente integrandosi ottimamente con il gruppo.

Una giusta nota va anche alla splendida voce di LaBrie e alla sessione ritmica di Portonoy che sembra aver alleggerito il suo stile non rinunciando comunque (come nel finale) ai suoi tipici assoli.

In "Vacant" l'ottimo Rudess complice pure un'azzeccatissimo e alquanto inedito violino ci rende una canzone tanto unica nel repertorio dei Dream quanto stilisticamente e musicalmente pregevole.
"Strem of Consciousness": 11 minuti di pura musica che entrano prepotentemente nella storia dei Dream Theater, perfetta sotto ogni punto di vista, varrebbe da sola il prezzo dell'album.
Chiude l’album "In the Name of God", probabilmente la canzone più bella dell'album, in cui veramente tutti i componenti danno il meglio di sé, musicalmente varia, tecnicamente perfetta, è la vetrina (se per caso ce ne fosse bisogno) ideale per tutti i componenti della band, LaBrie interpreta con grandissimo spessore un testo trascinante e davvero si tocca l'apoteosi (o per meglio dire il climax) nel ritornello. Tutto è al posto giusto, non una voce fuori coro.

Questo album è stato molto paragonato ad Awake e ne condivide in un qualche modo i suoni, ma è forte sicuramente il ripiegamento su se stessi dei Dream.
Per quanto riguarda "Awake"? Beh tenetelo sempre a portata di mano ma non trascurate nemmeno questo "Train of Though" che riserva piacevoli sorprese a chi le sa cercare attentamente.

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