Che dire, un gran bel giocattolone.
Per carità, confezionato con una cura certosina, questo gli si deve riconoscere.
Ma in fin dei conti quello che gran parte della critica ha accolto come uno degli horror più innovativi da tanto tempo a questa parte o addirittura come l'horror definitivo dei '00 non è che... un gran bel giocattolone.
Non fatevi ingannare dal titolo italiano, che stavolta è insolitamente fedele all'originale "The Cabin in the Woods", perchè non siamo in presenza del solito "haunted house horror" con situazioni trite e ritrite sparse per tutta la durata dell'opera. Certo, anche quelle non mancano, ma come avrete probabilmente letto/sentito dire in giro, "The Cabin in the Woods" è molto di più, nel bene e nel male.
E c'è sicuramente tanta ambizione, soprattutto in sede di sceneggiatura.
Le direttive? Commedia nera (sì, un pizzico macabra, ma non quanto basta per lo spettatore smaliziato), horror soprannaturale e fantascienza.
Purtroppo, però, la sensazione che non riesco a scrollarmi di dosso dopo la visione è che le molteplici anime che caratterizzano l'opera non convivano in un amalgama che risulti convincente dall'inizio alla fine.
Inoltre l'intento metacinematografico, che sta alla base del film e che costituisce il fil rouge di tutte le situazioni rappresentate, non viene approfondito a dovere e resta spesso e volentieri al livello della velleità. Almeno fino a circa venti minuti dal finale, in cui molti degli aspetti succitati diventano un tutt'uno armonico, sacrificando però gran parte dello humour, difficilmente conciliabile con i momenti più concitati e "drammatici".
Già, vi chiederete... Ma di che parla sto film?
In soldoni: il solito gruppo di ragazzi americani fatti con lo stampino (il bamboccione, la bonazza di turno, la timida e preziosa, lo studioso e il fattone) decide di farsi una vacanza in una bella baita sperduta che, all'insegna del citazionismo più spinto, ricorda palesemente una certa casa di "raimiana" memoria. Solo che, come al solito, le cose non sono così semplici, e in questo caso lo sono anche di meno: "quella casa nel bosco" è infatti un luogo controllato a distanza da alcuni tecnici e scienziati (provvisti di una tecnologia all'avanguardia) che hanno scelto i giovani sprovveduti come vittime sacrificali per un misterioso rituale.
Si tratta quindi di una sorta di "The Truman Show" in salsa horror con una gioiosa spruzzata di ammiccamenti erotici (Anna Hutchison e la testa di lupo, per dirne uno) e uno humour sempre in bilico tra l'americanata campy (soprattutto nei primi minuti, in cui ho quasi creduto di essere incappato nell'ennesimo "American Pie" della situazione) e le sottigliezze british.
Spesso, tuttavia, come ho evidenziato prima, i siparietti e le gag, che vedono protagonisti soprattutto i tecnici, due gigioneggianti Richard Jenkins e Bradley Whitford, restano un discorso a sè separato dalle peripezie dei ragazzi.
Questi ultimi, fino a una certa parte dell'opera (dirvi di più vi rovinerebbe parecchie sorprese, che riscattano notevolmente il film in sede di giudizio), sembrano infatti catapultati nel classico slasher di turno con l'inquietante famiglia di zombie assatanati alle calcagna...
Ecco, il problema principale di questo ambizioso giocattolone, che comunque difficilmente non vi intratterrà, è che tende a tirare le fila del discorso e a introdurre gustosissimi stravolgimenti un po' troppo tardi, quando già lo spettatore che si aspettava il "meta-horror del secolo" sente ovunque puzza di occasione sprecata. Si potrebbe ribattere dicendo invece che è proprio questa la forza di "The Cabin in the Woods", il suo rimescolare le carte in tavola con un gigantesco colpo di coda quando credevamo di aver visto tutto.
A voi la scelta.
In ogni caso non scoraggiatevi e noleggiatelo/scaricatelo/visionatelo in qualche modo perchè, a parte le debolezze messe in evidenza, merita.
Soprattutto rispetto alle schifezze da cui siamo tempestati ultimamente in ambito horror (con l'eccezione di qualche mazzata francese tipo l'efferato e sorprendente "Martyrs") è davvero una boccata d'aria fresca e premia lo spettatore paziente. Sì, anche quello che si attende una copiosa gorefest!
Chiaramente sbianca se cercate di metterlo sullo stesso piano di pietre miliari della "commedia splatter" come "Evil Dead II" ("La casa 2") e "Braindead" ("Splatters - Gli schizzacervelli") ma voi evitate il paragone e avrete fra le mani un prodotto (un po' perfettino, un po' troppo calcolato ma) godibilissimo.
PS : E poi c'è anche una Sigourney Weaver che non vedevate così badass dai tempi dei vari "Alien"!
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