Felix Griffin: drums
John Menor: bass
Kurt Brecht: vocals
"Thrash Zone"... Il nome la dice tutta
Un album che già per il fantastico nome e per la fantastica copertina riesce a far parlare di se, un album che, oltre ad essere il migliore dell'ottima discografia dei Dirty Rotten Imbeciles a mio avviso, è anche il capostipite di un genere quasi per nulla cagato, parlo del Crossover Thrash.
Il Crossover Thrash è uno dei vari sottogeneri di contatto tra Punk e Metal; una sorta di evoluzione del semplice Thrash Metal, con una maggiore componente Hardcore Punk rispetto alla norma. Se quindi già il Thrash di per se incorpora l'Hardcore, il Crossover Thrash estremizza questa componente Hardcore, motivo per cui viene spesso considerato un ramo estremo del Punk, e non del Metal, ma personalmente lo considero un sottogenere di entrambi gli stili. La paternità di questo stile sembrerebbe spettare ai S.O.D (Stormtroopers Of Death), che nel 1985 (anche molto prematuramente visto che già il semplice Thrash Metal si stava sviluppando), danno alle stampe un gioiello che risponde al nome di "Speak English Or Die". Molti gruppi etichettabili come Crossover, hanno avuto degli inizi Hardcore, come ad esempio i brasiliani Ratos De Porao, con Crucificados Pelo Sistema, o i più famosi Suicidal Tendencies, con l'omonimo album. Anche gli ''Sporchi Marci Imbecilli'' inizialmente erano Punk, ma i loro primi due full lenght, rispettivamente Dirty Rotten LP e Dealing With It, non riescono a mio parere a raggiungere il livello degli album sopra citati, perchè presentano canzoni eccessivamente brevi e confusionarie. Fu proprio il padre di Kurt Brecht, stufo del continuo macello provocato dai ragazzacci durante le prove, a dare l'appellativo al gruppo, chiamandoli proprio: ''Bunch of dirty rotten imbeciles''. Il gruppo prese con ironia l'insulto, che divenne appunto il nome della band.
Dopo il 1985, il 1987 può essere considerato l'anno per eccellenza del genere in questione. I nostri danno alle stampe "Crossover", che probabilmente ha dato il nome al genere e rappresenta uno dei tanti capisaldi, assieme anche a Join The Army dello stesso anno. I D.R.I aggiungono definitivamente una componente Metal al loro Hardcore iniziale, come è riscontrabile anche nel meno considerato, ma comunque fantastico "4 Of A Kind" dell'anno successivo.
"Thrash Zone" esce nel 1989, ed è un lavoro che mette d'accordo tutti, Punx e Metalheads che siano, risultando estremamente divertente, coinvolgente ed esaltante, ma allo stesso tempo incredibilmente maturo rispetto al passato. La sensazione che si prova ascoltandolo è la stessa che si prova quando vieni strattonato da gente irrequieta e dalle svariate toppe addosso, con quell'inconfondibile odore di sudore e alcool fusi assieme, all'interno di un cupo locale in cui l'acustica non è il massimo e dove ci si spinge per arrivare sotto lo stage. Odore di Mosh è ciò che si respira ascoltando quello che è ormai è divenuto un inno per eccellenza di ogni Thrasher che si rispetti; parlo dell'opener ''Thrashard'', una spassosa, quanto violenta, volontà di gettarsi nel pogo. La batteria è martellante, le chitarre sono più aggressive che mai, il basso si sente eccome, e la voce di Kurt è arrogante, quanto capace di raggiungere velocità notevoli, sfiorando quasi il Rap, come è riscontrabile anche nella velocissima ''You Say I'm Scum''. Una voce fantastica, dallo stile prettamente Punk. Anche ''Beneath The Wheel'' è praticamente perfetta, sensazionale, giocata su cambi di tempo improvvisi e cori aggressivi ed efficaci. Del brano è stato anche girato un videoclip. Non mancano anche i pezzi più ragionati come la stupenda ''Gun Control'', una delle mie favorite. Introdotta da spari che mettono in fuga una folla, il brano è una chiara descrizione di ciò che succede fuori dalle nostre case, dove le battaglie tra Gansters sono frequenti e la vita di molti è messa a repentaglio. ''In Drown You Out'' è riscontrabile una probabile critica alle Label, che tramite gli sponsor decidono cosa dobbiamo ascoltare: ''HOW MUCH MONEY WOULD THEY LOSE IF THEY DECIDED TO CHOOSE OUR SONG''? Chiaro riferimento alla volontà di arricchirsi promuovendo non di certo la musica dei nostri, ma ciò che la maggior parte della massa compra e ascolta. Critica non molto differente è presente anche nella frenetica ''The Trade'', dove i finti sorrisi alle telecamere, le strette di mano ai fans e la brama di popolarità, vengono quì totalmente soppressi da ciò che la musica dovrebbe realmente essere: il pensare con la propria testa, fare musica per arte e passione a prescindere dal successo o meno che farà. L'hardcoreggiante e fulminea "Worker Bee" ci introduce alla conclusiva ''Abduction'', iniziata da un riff macabro, perverso come le fantasie dei rapitori di bambini (soggetto del testo) fino ad un assolo di basso che poi sfocia nel classico ''TupaTupa'' dall'Headbanging più sano.
Non poteva esserci conclusione migliore per questo capolavoro assoluto. I Dirty danno il meglio di loro, riuscendo ad assicurarsi un posto di rilievo nella scena Thrash e Hardcore di fine anni 80.
Masterpiece...
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