Prima di tutto voglio rettificarmi, in quanto ho sbagliato la line-up di Autumn Aurora: Thurios e Amorth (formalmente gli Astrofaes) hanno iniziato a suonare con Roman Saenko solamente da questa release in poi. Prima un certo Yuriy Sinitsky (sempre comunque nel giro dei Lucifugum) era l'addetto alle percussioni e Saenko si destreggiava in tutto il resto. A partire dal 2006, e da questo album quindi, Thurios si occupa della parte vocale, mentre Amorth delle percussioni.
Chiedo ancora scusa, ma le informazioni reperibili su questo gruppo sono molto frammentarie, perchè non esiste un loro sito internet e non rilasciano interviste.

L'evoluzione dei Drudkh è continua e si esprime attraverso gli album annuali che realizzano, non di certo in limiti di tempo, visto che Autumn Aurora risale a non più di 3 anni prima di questo. Liriche ispirate a letteratura pagana ucraina, in lingua madre, solite folate di vento, impressionanti momenti di spazio sterminato e stepposo, i Drudkh cambiano colori, luci, suoni, ma non forma. Sono riconoscibilissimi a chiunque abbia sentito anche solo un loro album.

Ogni intro è suonata con strumenti folkloristici ucraini e anche le melodie su cui vengono strutturate le canzoni sono di chiara origine popolare. Ne è un esempio "Nav'", che ci abitua alle atmosfere epiche dell'album fin dall'inizio. Infatti lo spazio che si prende subito "Furrows Of Gods" colpisce come un tuono a ciel sereno, una sensazione di apocalisse che viene furiosa dall'alto e colpisce chi è protagonista e spettatore della collera divina. Stavolta la mazzata è iniziale, non c'è tempo di addentrarsi lentamente e ripetitivamente un'emozione alla volta, tutto e subito! Gli assoli di Saenko, tremendamente suonati come parte del tutto e non fini a se stessi, evidenziano la sua elevatissima competenza musicale che non viene mai ostentata come tale, ma solo sfoderata magistralmente "perchè stanno bene così come sono/dove stanno". E i primi 10 minuti di questo ennesimo capolavoro volano tra la rabbia più cruda e il furore più impressionante.

Ma poi si pentono. O forse no. "When the Flame Turns to Ashes" sottolinea un senso di colpa che tiene sul filo del rasoio chi non sa se proseguire nella distruzione, perchè è giusto così, o se fermarsi per riparare ai troppi danni commessi. Un infinito giro di schizofrenia che porta una situazione di stallo: dapprima si perpetua costantemente il dolore di non saper prendere una decisione, poi si assiste al lento esaurirsi di ogni carica energetica residua, avendone usata metà per combattere l'altra metà... Così sempre più desolato e triste, il paesaggio intorno avvizzisce lentamente ripiegandosi e contorcendosi fino a quasi sparire. Infatti nelle ceneri di ciò che ci si è ridotti, "Solitude" grida di dolore la propria sofferenza. Ancora una volta una grandissima prova nella padronanza di tutti gli strumenti suonati. E infatti uno degli arpeggi più depressivi di Saenko ucciderà ogni speranza, ogni senso di potenza di chi ha massacrato tutti, e per questo anche sè stesso, e per forza di cose è solo, unico e fautore del nulla, per questo punito con l'eternità: "Eternity". Ancora un assolo allucinante quasi sprecato per i canoni classici secondo cui una chitarra è un fine e non un mezzo...

La rabbia espressa ancora attraverso ira fine a se stessa, non vendetta quindi, si dipara come pioggia in ogni fessura, riempiendola di quel vuoto che è proprio di chi ha tutto e arriva a desiderare il nulla pur di dare un senso al proprio esistere. La fine come desiderio, come completamento di un cerchio, sembra non poter arrivare mai. Non c'è tranquillità nella vita di chi non sa quanta strada in salita ancora deve percorrere, per questo una tragica ascesa d'odio supera la voglia di continuare diventando confusamente parte del tutto ardendo se stessa senza fine come infinita espiazione per ciò che si continua ad essere... "Ukranian Insurgent Army", pezzo strumentale, chiude la sfera sempre e comunque limitata entro la quale la pace non ha spazio e la guerra cannibalizzando se stessa continua eternamente, lì dove la guerra è rappresentata da ogni gesto che tiene ogni essere aggrappato alla vita, facendolo contorcere tra furore e pentimento come il giorno e la notte da sempre si cacciano vicendevolmente senza che mai uno dei 2 riesca a prevalere. Così ogni male viene partorito da ogni bene e viceversa, a seconda di come ci rigiriamo tra le mani questa microscopica sfera.

Comunque è un bel CD, non ha prezzo la musica di questo gruppo.

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