Inside the museums, Infinity goes up on trial
Voices echo this is what salvation must be like after a while
But Mona Lisa musta had the highway blues
You can tell by the way she smiles
See the primitive wallflower freeze
When the jelly-faced women all sneeze
Hear the one with the mustache say, "Jeeze
I can't find my knees"


-- Bob Dylan, "Visions of Johanna" --

Non so voi, ma io detesto i musei. Si ha l'impressione che si voglia pretenziosamente catalogare, etichettare. Mettere sotto formalina cadaveri che dovrebbero naturalmente marcire, concimare il terreno e far nascere dei fiorellini. Naturalmente non è che io voglia andare là col pennarello rosso indelebile e disegnare due baffoni alla Gioconda. Quello al massimo lo faccio sulle cartoline o sul catalogo.

Raramente ascolto musica classica. Mi sembra troppo ordinata e precisa. Mi fa lo stesso effetto di un museo. Diamine, le partiture di Bach saranno là da quattro o cinquecento anni immutabili, tutti gli interpreti le suonano uguali nei secoli dei secoli. Magari da qualche parte una mosca ci ha lasciato una cacatina sulla partitura e lì c'è una noterella in più che il mastro non voleva mettere, ma che, dannata mosca, suo magrado è condannata al duro peso dell'eternità.

Non che disprezzo la musica classica dicevo, semplicemente è lontana dalla mia natura. Nella mia filosofia ogni esecuzione deve essere diversa, si deve continuamente reinventarsi. Per questo amo il jazz, dove ogni volta il musicista si inventa un solo diverso, che dovrebbe nel migliore dei mondi possibili fotografare le proprie sensazioni senza imbrigliarle in una partitura definita.

Tanti jazzisti hanno provato ogni tanto a disegnare musicalmente i baffi a Monna Lisa, con risultati più o meno discutibili. Comunque penso che Duke Ellington ci è veramente riuscito assai bene, come prova questa raccolta di tre suites. La prima è una versione dello Schiaccianoci di Tchaikovsky, la seconda degli estratti dal Peer Gynt di Grieg. Due composizioni di musica classica che in effetti hanno il blues dell'autostrada a sufficienza e che si prestano bene a jazzistici traviamenti. La terza è una composizione di Ellington e Strayhorn, la Suite Thursday, dal sapore quasi classico anche questa.

Perchè Monna Lisa aveva l'Highway blues, lo potete vedere dal modo con cui sorride.

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