Il 22 ottobre 2021 – ieri – è uscito Future Past, il 15° album di inediti dei Duran Duran. E’ musica rock? E’ musica pop? L’unica risposta possibile è che si tratta di musica Duran Duran! Dopo 40 anni esatti di carriera ed oltre cento milioni di album venduti il nome del gruppo di Birmingam è diventato un genere musicale che permette, alle porte del 2022, di ascoltare belle canzoni attraverso le quali distinguere distintamente il suono di basso, batteria e chitarra, accadimento sempre più raro negli ultimi tempi.

Da sempre non apprezzo le loro iper produzioni e questo lavoro non si sottrae a questo orientamento ma stavolta regna meno confusione ed è tangibile l’equilibrio che controlla tutte le composizioni. Come è possibile che quattro “nonnini” riescano a scrivere e produrre un album composto da 12 potenziali hits? Semplice, sono entrati due volte in studio nel 2018 e a cavallo tra il 2020 e il 2021 ed è come se avessero composto due album riassunto in uno. Non c’è niente da fare, sono maledettamente furbi ed hanno mestiere e talento da vendere perché è un album di altissimo livello. Ho letto una qualificata recensione che lo attesta come il migliore degli ultimi 30 anni della loro discografia; ad ascoltarlo con attenzione mi trova sempre di più d'accordo, anzi ad essere precisi penso che sia il miglior lavoro discografico dopo Rio del 1982 quindi gli anni sono 39!

Dall’uscita definitiva di Andy Taylor si è sempre notata l’assenza di un vero e proprio chitarrista non tanto dal vivo quanto in fase di scrittura, così è stato assoldato Graham Coxon uno dei più bravi in circolazione nonché componente dei Blur che ha partecipato alla stesura melodica di tutte le tracce; il suo apporto è stato fondamentale sia come nuova linfa e sia come musicista in fase di registrazione e arrangiamento. Ci sono altri nomi altisonanti presenti, Giorgio Moroder, Erol Alkan (main producer), Ivorian Doll, Tove Lo, Chai e Mike Garson (pianista di Bowie).

Il sodale Mark Ronson ha partecipato alla scrittura e alla produzione della traccia 8, Wing che si tratta di una delle canzoni più convincenti degli ultimi anni del panorama musicale globale nonché uno dei brani più belli della loro intera discografia che potrebbe diventare un classico come Save A Prayer e Ordinary Word. More Joy è il momento più debole dell’intero album che presenta brani forti come Invisible, Anniversary e All Of You, quest’ultima riecheggerà nelle orecchie del fans della prima ora come balsamo. Give It All Up, Nothing Less e Hammerhead sono altre tracce valide e ben costruite. Una dietro l'altra troviamo Beautiful Lies e Tonight United brillantemente proiettate dagli anni ’80 ad oggi, prodotte anche da Giorgio Moroder. Future Past e Falling sono momenti che riportano ai club londinesi a metà anni '70 intrisi di fumo e alcol, con il Duca bianco che sembra spuntare da un momento all’altro. Anche i tre brani dell’edizione Deluxe non sono dei semplici riempitivi bensì canzoni belle e finite.

Sorge spontanea una domanda, i quattro artisti sono così in forma che non riesco ad immaginare cosa sarebbe venuto fuori se Ronson avesse partecipato più attivamente; se Wing è nata da tale sinergia quale sarebbe stato il risultato finale? In definitiva, un lavoro discografico intriso di gran bella musica composta, suonata e arrangiata da quattro artisti forse troppo trascurati da una certa intellighenzia musicale e stavolta il detto “non è mai troppo tardi” non si può applicare, perché potrebbe essere l'ultimo album dei Duran Duran.

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