"Non è un disco dove si trovano testi del tipo ragazzo-insegue-ragazza. E' piuttosto una storia di una squadra tipo commando. I sette siamo noi, i cinque membri della band e i due manager. La tigre è il successo. Sette persone che corrono dietro il successo. E' ambizione." (Simon Le Bon)

Se il primo "Duran Duran" è stato un ideale biglietto di autopresentazione nel mercato discografico, il pluridecorato "Rio" - che in America diverrà disco d'oro il primo marzo 1983 e disco di platino il successivo 26 aprile, - ha rappresentato lo sviluppo e la consequenziale crescita di cinque piacenti giovanotti, in grado di farsi apprezzare anche per quella semplicità creativa che li ha portati a scrivere brani, sì di facile presa, ma con un fascino intrinseco sulla cui durata nel tempo in pochi vi avrebbero giurato.

Dopo il largo consenso raccolto come spalla al tour dei Blondie è la volta del primo concerto in diretta di Mtv tenutosi al Savoy Theatre che vedrà tra gli altri la presenza di Rolling Stones, Stray Cats e Go-Go's. Il successivo obiettivo dei DD è quello di non abbandonare la presenza nelle charts, riuscendovi appieno con la pubblicazione ed il successo di "Is There Something I Should Know". La stampa dell'epoca definì il brano fortemente influenzato dai Beatles, dando modo di accostare anche la nascente duranmania a quella febbre che per i quattro di Liverpool, si era già scatenata meno di due decadi prima. Il 45 giri in questione sarà il settimo singolo della storia della musica inglese a raggiungere il primo posto in classifica e ad essere un imprescindibile trait d'union per la band tra il recente passato e l'immediato futuro.

L'autunno duraniano del 1983 inizia con l'immissione sul mercato di "Union of the Snake". Un gradevole antipasto disponibile in versione 45 giri e relativo mix (arricchito con l'inedita e malinconica "Secret Oktober") caratterizzato dal loop di batteria della coeva "Let's Dance" di Bowie, per poi svilupparsi in una successione di melodie in cui le tastiere ne guidano anche il tappeto ritmico. A mettere d'accordo chi ama (ancora) rievocare i quattro salti in discoteca che furono con una spruzzatina di energico pop-rock, c'è "New Moon on Monday"(in cui è palpabile l'andatura di "Ain't That So" dei Roxy Music) con una pressoché ben riuscita congiuntura strofa-bridge-ritornello. La ricerca di perfezione che caratterizza l'intero album continua con "Of Crime and Passion", in cui la partecipazione vocale trova compiutezza con un'insolita quanto godibile alchimia sonora. A "The Reflex" è lasciata l'apertura del disco e non è un caso. Lanciato come terzo singolo nell'aprile del 1984, viene supportato da un clip che mostra un vivido collage di immagini riprese nell'ultimo tour (...l'effetto della cascata di luci ed acqua sul pubblico è ancora nelle testa di molti ...), rivelandosi un vero big hit, per via anche del remix concepito e realizzato da Nile Rodgers che permette ai cinque di Birmingham di essere più chic degli stessi Chic.

Si scivola con molta naturalezza nell'ascolto di un disco che, privato di quella velatura elegante riflessa dall'accurata produzione, fa emergere la delicata gestibilità di un periodo in cui è l'intero gruppo a pagarne in termini di tensione ed in parte di direzione artistica. La dice lunga la prevalente presenza delle tastiere di Rhodes in "I Take the Dice" (in lavorazione come "The Cat with the Magic Dice") o l'inconsueto mid-tempo di quella che in origine era "Furthest Shore" ed acquisterà la nuova identità di (I'm Looking For) Cracks in the Pavement", lasciando esprimere la duttilità di un Andy Taylor con un assolo semplice ma di gusto. Basta un ascolto per poter essere garbatamente catturati dall'immediatezza di "Shadows on your Side" in cui immediatezza ed impetuosità vocale vengono a vivere in una perfetta simbiosi. "The Seven and the Ragged Tiger" era lo stato embrionale di un brano che verrà (opportunamente) suddiviso e rielaborato nei due che chiudono finemente l'album: "Tiger Tiger" - il secondo strumentale per i Duran - vede primeggiare Rhodes in un elegante viaggio tra synth e sonorità che coinvolgono l'uso di nuove tecnologie (Fairlight docet!), lasciando al tormento e alle vellutate armonie di "The Seventh Stranger" il compito di rispecchiare quella coesione che i DD devono trasmettere e di cui i fans di una band si nutriranno sempre.

Evidente è lo stato di pressione a cui deve sottostare il gruppo. Agli inizi del 1983 per una parziale uscita dai riflettori e poter dar vita a questo terzo disco, la band è migrata in terra francese trasformandola in una vera prigione dorata, a cui la partecipazione al processo creativo da parte di Ian Little (già nella scuderia dei Roxy Music) ha sicuramente ottimizzato gli sforzi dei DD, per dare con questo terzo lavoro un adeguato seguito all'irresistibile glamour di "Rio". Il numero tre è (o dovrebbe essere ...) sinonimo di precisione, la prova di esame che tutti attendono con fervente attesa e, nonostante tutto, in questo caso rappresenta il disco delle conferme di una band oramai lanciata verso una dimensione stellare che non deve deludere. Il primo vero passo verso la conquista planetaria che tutti inseguono, ma che solo i più ostinati riescono ad agguantare.anche se ad un prezzo molto alto.

[Il 29 marzo 2010 sono state immesse sul mercato le special edition di "Duran Duran" (1981) e "Seven and the Ragged Tiger". Quest'ultimo consta di due cd audio ed un dvd. Il primo dischetto contiene l'album originale in versione rimasterizzata mentre il secondo, è fornito di ben tredici brani che tra alternate versions e ("Faith in This Colour"), single versions ("Is There Something I Should Know", "The Reflex"), live ("New Religion", "Make Me Smile (Come Up and See Me)") e mix ("New Moon on Monday", "Union of the Snake", ...) della più svariata natura, accontenterà chi non aveva modo di poter accaparrarsi la vagonata tra 45 giri e remix che accompagnavano al tempo l'uscita di un 33 giri. Il dvd contiene la versione statunitense di "As the Lights Go Down", un documentario leggermente differente da quello diffuso dalla tv inglese e che rispecchia alla perfezione un fenomeno musicale in piena. A colmare ulteriormente questa succosa confezione, le performance a Top of The Pops di "The Reflex" e "Is There Something I Should Know" come dei videoclip che hanno accompagnato i singoli estratti da un long playing qualitativamente alto].

 

 

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