Quinta pubblicazione a distanza di tre anni dall'ultima, per questo, a mio avviso, magico trio, fautore di un math/rock strumentale di pregevole fattura, avvezzo a tecnicismi di ogni genere/tipo, che non tralasciano però, una certa "profondità" di base, per così delineare non delle sterili dimostrazioni di tecnica, bensì delle composizioni, si complesse, ma altrettanto spirituali. Tengo inoltre a precisare che la definizione math/rock, va un po' stretta alla musica della band (nonostante sia quella a cui più si avvicina), perchè si tratta di un linguaggio molto personale, che si dipende dagli antecedenti Don Caballero, ma, tocca il technical, il prog, ecc.... fuoriuscendo dai canoni del math stesso, e diventando entità inclassificabile a se stante.

Assodato ciò, si arriva al disco in esame, che si propone come un insieme di mappe della psiche umana, che, senza parole e accademici concetti, vengono esplicate attraverso un flusso sonoro contenente tutte le caratteristiche psichiche, tra le quali spiccano, aggressività, follia, riflessività, gusto e stile, a determinare delle composizioni, innanzitutto, degne di essere chiamate tali, e che, come tutte le menti che si rispettano, sono mutevoli, duttili, sempre in continuo mutamento; ossia, in continuo divenire. Molti i generi attraversati e manipolati da questi aritmici soggetti: jazz, math, rock, progressive, ambient, psichedelia, ed infine, metal. Quest'ultimo, è leggermente più presente nel disco, se confrontato con il predecessore, e mi lascia intendere che le intenzioni dei Dysrhythmia, siano quelle di indurire sempre più la loro propostà, pensiero dato dalle svariate incursioni in certo metal estremo, riscontrabili maggiormente nelle partiture di batteria. Il tutto però, è fuso alla perfezione con le altre influenze citate, a creare una "febbre" più forte e potente che per questioni sanitarie, non può essere definita "nuova influenza". La produzione, come al solito, è ottima e gli arrangiamenti altrettanto. Importante l'ultima traccia, un brano di circa dieci primi di durata, che rende definitivamente gloria ai tre musicisti, come grandi compositori, per riuscire a spaziare da un genere all'altro, e dalla calma all'aggressività, senza la minima sbavatura. Se il precedente "Barriers And Passages" (capolavoro) si presentava "più introspettivo", questo "Psychic Maps" si presenta più sfacciato, con più potenza, restando comunque, artisticamente e musicalmente ottimo. Nuovamente capolavoro, buon ascolto.

 

Carico i commenti...  con calma