Esiste sulla Terra una specie che distrugge tutto quanto incurante di ciò che gli sta intorno? Sì siamo proprio noi, l’homo sapiens. Una razza che pensa sono al proprio benessere ed al profitto che può ricavare sfruttando un qualche cosa, delle conseguenze se ne frega altamente. Ed ecco quindi il titolo di questo album, che poi in realtà sarebbe una compilation, “Human = Garbage”. Secondo i Dystopia siamo nient’altro che spazzatura ed in effetti per contraddirli bisogna già impegnarsi un pochino.
Sludge e crust punk coesistono in una musica folle e sbragata, una musica sporca che tesse visioni sudice: scarafaggi che razzolano in mezzo al zozzume, sorci grossi come gatti che zampettano in giro per le fogne e tanta oscurità, ma non l’oscurità del proprio animo che ci tormenta, l’oscurità del mondo crudele che ci circonda e che ci fa paura, perché temiamo per la nostra sopravvivenza visto che chiunque si celi nel buio è pronto ad annientarci.
La musica è feroce e rabbiosa ed istintiva, la violenza psicologica è a livelli altissimi e quasi inutile da dire ma l’ascolto è una vera sofferenza, le urla sguaiate e quel basso così pulsante difficilmente ci abbandoneranno. I ritmi quasi sempre sostenuti non danno tregua, qui si punta sull’impatto piuttosto che sulla sfibrante lentezza, questo tipo di sludge non è cugino del doom, sono solo parenti molto lontani.
Al centro di tutto questo l’odio verso l’uomo regna sovrano.
Le prime cinque tracce, provenienti dall’EP omonimo del 1994, riescono perfettamente nel loro intento misantropico e per queste il voto sarebbe cinque stelline belle pienozze. Le sei seguenti proveninti dallo split del ’93 con gli Embittered, così come la canzone conclusiva presa dallo split con i Grief dello stesso anno, non raggiungono invece lo stesso livello qualitativo, pur restando molto valide.
Quando la Terra deciderà di spazzare via il parassita più avido di tutti forse qualcuno si ricorderà dei Dystopia, oppure no…
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