Sembra proprio che quella degli Eagles of Death Metal sia un'isoletta felice per il seminale Josh Homme: la sua band principale, quei Queens Of The Stone Age capaci di sfornare nel lontano 2002 un capolavoro come "Songs For the Deaf", in seguito alle ultime prove in studio non esattamente esaltanti, sembra aver perso quello status di gruppo intoccabile che un tempo tutti le riconoscevano ed ora al buon cantante-chitarrista (e qui batterista) dal rosso crine non resta che lasciarsi cadere tra le braccia del suo amico di infanzia Jesse Hughes per poter mostrare ancora il suo vero sorrisetto strafottente.

Perchè è proprio per questo intento edonistico che gli EODM sono stati messi in piedi da questa coppia sgangherata. Il loro obiettivo è semplice: parlare di storielline leggere leggere che vanno quasi sempre a parare sulla stessa cosa, ossia la fica; la fica e tutto quello che la circonda: quindi approcci danzerecci, linguaggio ammiccante, sculettamenti di vario tipo, il tutto naturalmente condito con l'uso di qualche droguccia e un buon cocktail dissetante tra le mani.

Di conseguenza non stupiamoci molto se il baffuto cantante con vocina in falsetto in "(I Use To Couldn't Dance Good)Tight Pants" ci spiega ad esempio la sua evoluzione da ragazzino paralizzato alla sola idea del ballo a vero cuccatore da balera in grado di sfoggiare un paio di pantaloni attillatissimi(auh!)!

Questo è il (non)messaggio che ci vogliono mandare gli EODM: ogni tanto spegnete il cervello, dimenticate le mille responsabilità che la vita vi impone e lasciatevi andare al divertimento più sfrenato (vedi "Secret Plans" o la titletrack "Heart On").

Ma dietro tutto questo approccio scanzonato si celano le figure di due musicisti che la musica la masticano da sempre e che sanno esattamente cosa vogliono farne perchè ad ogni coretto puerile si risponde ad esempio con un assolo di chitarra azzeccatissimo o con una rullata di batteria puntuale ed esperta (ad esempio nella bellissima "Cheap Thrills")... insomma se ad un primo ascolto tutto vi può sembrare fin troppo semplice e scontato (e quindi forse un po' noiosetto) come in "Wannabe In L.A." prestate dell'attenzione a questi due gigioni e loro vi ripagheranno con melodie che si stamperanno nella vostra materia grigia.

Personalmente ho trovato praticamente irresistibile la conclusiva "I'm Your Torpedo", song dal titolo programmatico che con la sua batteria minimale ed i suoi suoni low-fi farebbe sculettare anche il più impacciato dei nerd.

Insomma, ascolto assolutamente consigliato a chiunque, sia a chi fa del divertimento la sua ragione di vita, sia a chi a causa della vita si sente schiacciato ed oppresso.. sarà un toccasana!

Carico i commenti...  con calma