Una di queste notti, una di queste pazze e vecchie notti, ho avuto l'intuizione di scrivere una recensione su un disco degli Eagles (eh già… le cose che si trovano tra i vinili di mio fratello… )
E proprio One of these nights, one of these crazy old nights sono le parole che iniziano questo album. Anzi, a dirla tutta, il pezzo inizia con il basso di Randy Meisner (gli Eagles li conosco poco, quindi posso sbagliarmi, ma nel retro della copertina interna figura Randy Meisner alla Bass Guitar).
"One of These Nights" è un brano che dà la carica, frutto della collaborazione di Don Henley con Glenn Frey. Cosa succederà una di queste notti? Una di queste notti il protagonista troverà ciò che cerca, un angelo in bianco, la figlia del diavolo stesso oppure una donna che sia un po' l'uno un po' l'altro, un sogno che urla. Il ritornello è un coro che si ripete più volte nel corso della traccia, ogni volta con testo differente, interrotto o dalla voce di Don Henley o dall'assolo centrale di chitarra elettrica.
La seconda traccia, "Too many Hands", inizia con una bella introduzione di chitarra acustica. Le mani di troppo si riferiscono alle mani che si appoggiano troppo a una donna, rara come un'arcobaleno, la cui bellezza sembra far muovere la marea a mezzanotte. Ella si vendicherà, perchè il suo fuoco sta ancora bruciando e il suo cuore si strugge dal desiderio di essere trovato. I testi di tutto l'album sono molto visionari, criptici e a volte anche romantici. Spesso si prestano quindi a diverse intepretazioni.
Da segnalare l'assolo finale di "Too Many Hands". "Hollywood Waltz", il walzer di Hollywood, ballata d'amore per la California del Sud, che non può essere abbandonata nonostante le sue colpe.
La "Side 1" termina con un brano esclusivamente strumentale, "Journey of The Sorcerer", il viaggio di uno stregone, dove si possono ascoltare i violini di David Bromberg… Sentendolo, possiamo immaginarci uno stregone che sta preparando le sue pozioni, il fumo che sale dal pentolone oppure lo sciamano che si sta incamminando per vie impervie oppure…. Oppure la copertina, un'aquila che si alza in volo nella notte più profonda (potrebbe anche essere lo stregone trasformatosi in animale), trattendendo col becco un teschio di bue. Una copertina oscura, buia, torva…
Side 2: "Lyin' Eyes", gli occhi che mentono sono quelli della ragazza di città, legata probabilmente per convenienza a un ricco e vecchio uomo con le mani fredde come il ghiaccio. I suoi occhi sono quindi costretti a mentire e il suo sorriso stampato sulla bocca altro non è che una debole maschera. Dopo una breve avventura con un ragazzo, le sovviene il ricordo di un ragazzo conosciuto a scuola, ricordo che le procura sollievo, visto che life didn't change things e lei è ancora the same old girl di una volta. Quindi "Take It To The Limit", arrivare fino al limite, altra canzone irreale. So put me on a highway, show me a sign and take it to the limit one more time recita il ritornello.
"Visions", canzone frenetica che conferma il carattere visionario dell'intera opera: si tratta di visioni di una ragazza che si agitano nell'anima dell' innamorato. Unica canzone cantata da Don Felder.
Penultima fatica degli Eagles all'interno di questo album è "After The Thrill Is Gone". Come ci si sente dopo che il primo brivido, la prima emozione di un amore se ne è andata? Ci si sente cold and small , si sente amore senza passione that ain't no kind of lovin' at all . Non si è nè amanti, nè amici: si è una penna congelata e pagine vuote.
Infine, gli Eagles ci congedano augurandoci pace, speranza e forza in "I Wish You Peace". Pace per quando soffiano i venti freddi, speranza per quando le cose vanno male, forza per far crescere l'amore.
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