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Forse tanti se ne sono completamente dimenticati ma gli Earth continuano a fare dischi e l'ultimo risale a settembre 2014.
Dopo gli ottimi "Angels Of Darkness, Demons Of Light" (parte I e II), questo "Primitive And Deadly" non poteva passare inosservato.
Come loro stessi hanno affermato, per questo disco hanno deciso di concedersi una piccola svolta, diventando una "Rock band tradizionale".
Naturalmente entro certi limiti; infatti non è un semplice disco Rock ma neanche il solito Drone, ne dei primi lavori e, in parte, neanche degli ultimi.
Dopo quasi 10 anni di musica esclusivamente strumentale, ritornano ad usare la voce in alcuni brani: le voci prestate sono quelle del calibro di Rabia Shaheen Qazi (dei Rose Windows) e di Mark Lanegan, a cui non credo servano presentazioni.
Quasi 50 minuti di musica per un totale di 5 brani, di cui solo 2 strumentali. L'atmosfera è in parte western e in parte desertica.
La rappresentazione potrebbe essere la seguente: il lento avanzare di un uomo a cavallo che vaga per lande desertiche sotto il sole rovente.
Le strumentali "Torn By The Fox Of The Crescent Moon" e "Even Hell Has Its Heroes" seguono in parte le sonorità western dei due precedenti dischi, mostrando però più virtuosismo dal punto di vista chitarristico e un approccio più pesante, più Doom Metal classico.
Con "From The Zodiacal Light" si da spazio alla voce semi-sporca di Rabia Shaheen Qazi, dal sapore Stoner. Un brano che ne risente un po' dell'influenza del Rock Psichedelico, portata dalla stessa Rabia.
Le capacità della voce grave e rauca di Mark Lanegan le conosciamo più o meno tutti. In "There Is A Serpent Coming", forse la traccia meno incisiva, Mark si impersonifica in un serpente velenoso che annuncia la sua venuta.
Il punto più alto del disco lo si raggiunge con la conclusiva "Rooks Across The Gate", l'epitaffio di tanti pistoleri morti in quei deserti, i corvi volano sopra i cadaveri e la voce di Mark accompagna la scena, con un tocco quasi Blues.
Iper-consigliato.
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