Anno 2014, esce il nuovo disco dei Bunnymen! O è il nuovo disco solista di Ian McCulloc? Will Sergeant ha fatto "solo" il musicista quindi in queste 10 tracce, senza scrivere nulla, "limitandosi" ad arrangiare il lavoro fatto da Ian? I detrattori potrebbero speculare su queste affermazioni fino a raggiungere un livello di nevrosi invidiabile... Quindi lo ascoltiamo o non lo ascoltiamo questo disco dei Bunnymen, sapendo che probabilmente non sono più i Bunnymen di inizio carriera?

Beh, io sono del partito "quello che conta è la musica" e non le speculazioni che ci stanno attorno, quindi:

1. compro il cd a scatola chiusa. Adoro i Bunnymen quindi mal che vada farà solo parte della mia collezione

2 . semplicemente lo ascolto, senza nessun pregiudizio o preconcetto

Si parte con la canzone che da il titolo all'opera ed è subito come trovarsi a casa: la voce di Ian è splendida come sempre e la melodia che l'accompagna è in puro stile ballad-Bunnymen.

"Holy Moses" mi riporta con i piedi per terra. Non è una canzone ispirata. Mi dispiace dirlo ma è un riempitivo fatto di riempitivi: i fastidiosi "wa wa wa" e "ye ye ye" del ritornello fanno crollare le mie aspettative.

La successiva "Costantinople" è un altro riempitivo leggermente più "cordiale" del precedente, ma mi fa temere che il peggio debba ancora venire.

Ed il peggio... non viene! Si, sono stato presuntuoso nonostante i buoni propositi iniziali. Con "Is This A Breakdown" inizio a sperare di essermi lasciato il peggio alle spalle.

Ne ho la conferma definitiva quando arrivo alla traccia n. 6 "Lovers On The Run". Che suono... meraviglioso! Una delle più belle canzoni dei Bunnymen sicuramente da 20 anni a questa parte.

La malinconia di "Burn It Down" è un caro tuffo al cuore nei confronti dei tempi che furono. Emozione preziosa che arriva a raggiungere il massimo della sua espressione nella conclusiva e splendidamente raffinata "New Horizons".

Eh si, ho fatto bene a comprare questo disco.


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