Dopo il loro primo lavoro, il buon "The Forgotten Goddess" del 2007, dagli Echoes of Eternity ci si aspettava sicuramente di più. E invece puntuale come un orologio svizzero ecco il passo falso. Si regredisce quindi per la band californiana che non riesce a proporre un sound che sa attirare l'ascoltatore, nonostante una buona tecnica individuale. La sezione ritmica death metal, poco si sposa con la voce "pulita" della bellissima cantante Caterine Boucher che dal canto suo risulta essere certamente dotata ma abbastanza monocorde per l'intera durata del disco.

"As Shadows Burn" uscito nel settembre del 2009 e pubblicato dalla tedesca Massacre Records delude quelle che erano le aspettative dettate dai lavori precedenti della band. L'album risulta troppo omogeneo, fin troppo ripetitivo, con le song che viaggiano tutte su coordinate ben precise: sezione ritmica veloce e potente, cantato in primo piano e riff presi in prestito dal death metal. L'intero platter è quindi privo di pathos, non coinvolge pienamente data anche la mancanza di soluzioni alternative. Tutto è standardizzato e risulta fin troppo calcolato a tavolino.

Le capacità tecniche ci sono e vengono anche mostrate così come sono anche presenti canzoni che non faranno gridare al capolavoro ma che risultano comunque godibili. Ne sono testimonianza l'opener "Ten of Swords" con il suo riffing stridente, la più articolata "Descent of a Blackened Soul" o "Memories of Blood and Gold" dal sapore vagamente orientale. Risulta quantomai fuori luogo invece la conclusiva strumentale "Funeral in the Sky" che va a toccare lidi vicini al doom. I cinque americani provano anche ad alzare il tiro con la potenza ma pezzi come "Twilight Fires" e "Letalis Deus" evidenziano solo una gran voglia di mescolare generi senza riuscire però nell'intento. E l'album scorre via così in canzoni tutte troppo simili a loro stesse, pervase da un'aura di piattume generale.

In definitiva questo As shadows burn risulta ben poca cosa. E' un onesto lavoro, in cui emergono una buona tecnica e niente di più. Molto sa di già sentito e la proposta musicale poco varia non tende a favore dall'ascoltatore, che si ritrova sommerso da una marea di riff perfetti, veloci, ruvidi ma assai poco emozionanti.

  1. "Ten of Swords" (3:55)
  2. "A Veiled Horizon" (3:34)
  3. "Memories of Blood and Gold" (3:46)
  4. "The Scarlet Embrace" (4:10)
  5. "Descent of a Blackened Soul" (5:18)
  6. "Twilight Fires" (4:08)
  7. "Buried Beneath a Thousand Dreams" (4:19)
  8. "Letalis Deus" (3:32)
  9. "Funeral in the Sky" (7:12)
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