"Love (s)Poke(n) Here", ovvero: ecco dov'è arrivata/finita negli anni novanta la psichedelia Texana nata nei magici sixties sotto l'elgida della International Artists di Red Crayola e 13th Floor Elevators e poi passata per le mani sporcaccione dei Butthole Surfers.

Nell'87 ad Austin c'era un ristorante vietnamita, il Dong, che vantava un livello di igiene più basso di un cesso pubblico. Nessuno sapeva che non c'erano cuochi in cucina, semplicemente quando ordinavi qualcosa il cameriere attraversava la strada e si faceva preparare un piatto nel dirimpettaio fast-food. Oppure, se chiedevi una birra, la compravano al volo nell'economico supermarket dietro l'angolo. Il ristorante era tutta una scusa per ospitare nei week-end le band che non erano desiderate nei locali ufficiali. Si esibivano gruppi dai nomi eloquenti, Scratch Asshole Surfers ad esempio, e gli show erano quanto di più sconquassato ci fosse in giro. Molti i musicisti che, senza troppe pretese, intrattenevano i clienti; gli indiscussi eroi però rimanevano sempre e comunque (e su questo gli spettatori erano d'accordo) i fantastici ED HALL.

Il loro sound era un misto tra la psichedelia più liquida e le efferatezze rumoriste più crudeli, riuscendo comunque a mantenere un appeal quasi pop. Presto iniziarono ad attrarre sempre più gente e quando nell'89 uscì il loro primo LP erano già famosi in tutta la regione. Sull'onda dell'entusiasmo sempre più diffuso iniziarono a girare in tour per gli States, raccogliendo orde di fans adoranti e quando nel 1990 uscì il loro secondo album erano diventati ormai i maestri indiscussi del genere.
"Love (s)Poke(n) Here" è un disco che ogni seguace dei Butthole Surfers dovrebbe avere, una sarabanda folleggiante di scariche elettriche sbomballate e selvaggi ritmi tribali. Il livello di ferocia cannibale è stato abbassato in favore di una schizofrenia svarionata sparata alla stelle. C'è di tutto qui dentro: gatti imbizzarriti come sottofondo di una malsana jam psichedelica, scratching di piatti, atmosfere fumose da film noir indegnamente stuprate, melodie che farebbero invidia ai Beatles sepolte sotto una coltre di macerie, scordature raccapriccianti e urla selvagge, il tutto all'insegna dell'ecletticismo più fantasioso.

Gli Ed Hall sono un gruppo ingiustamente dimenticato, forse i più grandi e selvaggi clown assassini di inizio decennio. Le loro sbilenche composizioni mandano allegramente a fare in culo trent'anni di storia del rock e sono allo stesso tempo maledettamente accattivanti. Senza farsi troppi problemi sono riusciti sorprendentemente nell'intento di aggiornare il suono della leggendaria scena Texana all'era del grunge: il risultato ha la potenza devastante di una bomba atomica.

Quando nel '91 i Butthole Surfers li chiamarono per un tour con loro, avevano già da tempo superato i maestri.

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