Ebbene sì, ci sono momenti di sfinimento e stress anche per un piccolo pezzetto di ghiaccio come me che oggi cerca di sfuggire alle grinfie di un clima impazzito e delle sue sinuose, quanto letali, folate di vento africano. In questo periodo sono a pezzi. La mia gamba lo è, questo è un dato di fatto. E così sono impegnato da mane a sera a guardare i rotolini di lardo crescere e a pulire le nari con le unghie della zampa destra. La sinistra, invece, lavora instancabilmente più a sud. Insomma abbisogno anch’io, diamine, di lenire i nefasti effetti di questo vorticoso vivere e rallentare un po’. Il mio spacciatore pesa come l’aria e, perdonate per la parca originalità, lo chiamerò per tale motivo Secco. Secco ai miei occhi ha una cultura musicale immensa: basta che chieda e questa fumosa figura è sempre pronta a regalarmi delle perle rare. Pezzi di plastica misconosciuti ai più, eppur sì dannatamente belli. Li tagliuzzo finemente sul tavolino e poi mi sparo delle strisce di note talmente inebrianti e meravigliose che in taluni casi mi viene voglia di scriverne.
Eddie Hinton, Very Extremely Dangerous (1978) - Capricorn Records.
Secco si prende una birra e mentre mi presta il cd mi erudisce. Gli piace farlo, mi piace ascoltarlo. E’ un bel modo di passare il tempo, un po' come quando ti leggi i commenti enciclopedici e pieni di passione musicale di Pistol-Imasoul-Pete-Man & Co. Secco ha una passione per le figure sfortunate che sono finite nel dimenticatoio o quasi. Mi parla di Hinton come se fosse un suo vecchio amico e gli si illuminano gli occhi quando mi snocciola la storia dell’Otis Redding bianco. Si zittisce per farmi ascoltare ed in effetti il timbro di quella voce sì farraginosa è inconfondibile. Una carta vetrata a grana grossa che lascia il segno sulle orecchie di chi ascolta. Musicista dei musicisti ha suonato la chitarra solista per i Muscle Shoals Rhythm Section come session man. Secco si accorge che quel nome l'ho fatto cadere come un sasso in un fiume e allora, con phatos crescente, mi mitraglia una scarica di nomi: Aretha Franklin, Solomon Burke, Wilson Pickett, Otis Redding, Johnny Taylor, Elvis Presley e tanti altri che mi perdo. Fu proprio il produttore di Wilson Pickett (Jerry Wexler) ad affibbiargli il nome di The White Otis Redding descrivendolo come un talento totale che sapeva suonare maledettamente bene qualsiasi strumento.
Prodotto da Barry Beckett, registrato nel 1977 ai mitici studi Muscle Shoals con la "crema" dei session men di quel tipico sound dell'epoca e pubblicato dalla Capricon Records. Very Extremely Dangerous aveva tutte le carte in regola per lanciare definitivamente Hinton ma la sfortuna volle che l'etichetta discografica, dopo la pubblicazione del disco, chiuse i battenti non permettendo la distribuzione capillare che avrebbe senza dubbio meritato. Fu una mazzata dalla quale Hinton non si riprese mai del tutto. Morì a soli 51 nel 1995 per un attacco di cuore e la sua figura rimane per i più sconosciuta, come quella appiccicata al muro bagnato e oscuro della stupenda copertina dell'album.
Secco se ne va e io ne so qualcosa in più di questo pezzo di plastica e alzo il volume fino al cielo e chiudo gli occhi.
Mi immergo totalmente in un southern soul magnetico di qualità eccelsa, senza cedimenti e suonato in modo a dir poco impeccabile. Anche un incompetente come me riesce ad apprezzare la precisione della sezione ritmica di Hood e Hawkins, i riff e gli arpeggi di chitarra di Hinton e Johnson, il piano e la sezione dei fiati con Calloway, Thompson, Good e Eade. Si parte con You Got Me Singing: un meraviglioso arpeggio di chitarra e i fiati preparano l'entrata della voce gutturale, disperata e passionale di Hinton che cavalca la sezione ritmica del pezzo. È un disco vario che alterna pezzi più melodici come Concept World ad altri più classici che rimandano a Otis Redding quali I Got The Feeling e Shout Bamalama. I ritmi rallentano nella disperante e introspettiva Get Off In Me per poi accellerare nel Southern Soul di Brand New Man. Chiude I Want It All con un superbo lavoro di basso di David Hood e i fiati.
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