Un giorno, navigando a senza uno scopo su internet mi imbatto in questa strana pagina che vi linko:
La mia reazione fù alquanto strana, insomma non è da tutti i giorni imbattersi in una pagina nera contenente un misterioso nome italo-americano e una strana buffa faccia di un uomo che indossa una maglietta raffigurante una faccia più bella della sua. Chi è questo Eddy Antonini? Che vuole Eddy Antonini? Cazzo poi approfondisco e mi ricredo, e scopro che anzichè avere davanti a me un'autentica pagina amatoriale trash di uno strano tizio che si presenta al pubblico con qualche ideuzza metallica casereccia, ho davanti un grandissimo Eddy Antonini, "pianista, tastierista e clavicembalista" degli Skylark, gruppo italiano ancora attuale, ma molto più popolare in pieno 90.
Gli Skylark, che suonano sulla scia di Domine, Rhapsody e Simili hanno (o avevano) un tastierista, tale: Eddy Antonini. Comunque, non si può giudicare un personaggio, se prima non si conosce bene quello che propone. e quello che propone è un album meritevole di un solo giudizio: Molto Carino. Non abbiamo davanti a noi un cd spettacolare, o un fondamentale capolavoro per chiunque ami la musica metal, ma un simpatico e semplice album rilassante e divertente, dolce e ottimo come passatempo. Ebbene si, la curiosità mi spinse a procurarmi "When Water Became Ice", una raccolta simpatica di cover, ballate e melodie power curate particolarmente in ciò che riguarda la tastiera, d'altronde che altro dovevo aspettarmi da un lavoro solista di un tastierista power metal? Eddy Antonini, insieme a Roberto Potenti ci deliziano con un singolo dolce, melodico che pur essendo in fin dei conti metal si ascolta con semplicità e gusto.
L'album solista si annuncia con una cover molto ben fatta di un pezzo di Bach "English Suite n. 2; Bourree 1", una cascata di suoni eleganti e note raffinate in un giochetto ritmico molto graziato e di classe che fàrà godere gli amanti di tastiera e pianoforte. Segue "Sun (Keeper Of The Dreams)", dove la tastiera pompante del giusto senso di epicità si affianca a una potente chitarra e a un'altrettanto potente batteria nel disegnare una fusione di musica classica e metal; la voce di Eddy è adatta al genere, calda ed espressiva, la canzone mantiene viva l'anima power ma è in se molto progressiva per il frequente cambio di tempi, clima e atmosfera, si alternano infatti bellissimi momenti tecnici strumentali ad altri più classici e melodici, ottimo il ritornello. Parte poi "Twilight" già molto epica fin dall'annunciarsi, e anche nel proseguire, sono infatti presenti quei tipici "duelli sonori" in stile barocco che danno un tocco di particolarità alla melodia, con il suo tipico ritmo alla Rhapsody maniera, è notevole come Antonini sia in grado di innalzare acuti alla Kotipelto anche se talvolta è percepibile un leggero "sforzo".
È il turno di "Dream", lenta e tranquilla, tipica ballata ma concentrata in particolar modo sulla ritmica raffinata ed elegante del pianoforte, suonato con grande talento e classe. Bellissimi effetti sonori sintetizzati annunciano "Fear Of The Moon", canzone molto energica e adrenalinica, dolce e romantica, ovviamente è inutile ribadire: melodica. Più poetica è "The Crypt" antecipata da un classico intro piuttosto profetico, molto tranquilla e fluida, dolce sia nei chorus che nell'andamento generale. Di natura più "melodic speed power" è "Rufus", tipico pezzo alla Stratovarius, ma molto già sentitò stanco e consumato mentre "Andromeda" in pianoforte è un bellissimo "Pezzo - gioco" delicato melodico e divertente. poi giunge la cover di una delle canzoni power più famose, "I Want Out", degli Helloween, qui molto modificata e anticipata da un "Shooting Star", pezzo molto bello, forse il più degno di tutto l'album. A concludere ci pensano la titletrack, sicuramente più movimentata ed energica di tutte le altre canzone, molto promettente e valida, con buoni ritmi e assoli che pescano molto dai fondamenti dei progetti più classici come appunto dai pionieri Stratovarius, e un altra revisitazione di un pezzo classico: "-J. S. Bach - English Suite n. 3; Prelude - n. 2; Saraband".
Non serve essere dei geni per intuire che Antonini e Skylark non dispongono di notevoli budget in grado di far disporre di mezzi da veri e propri professionisti, quindi è per questo che l'album si trascina dietro tutta quell'aria di "Amatorialità" che fà si che il cd si possa apprezzare nella sua ingenuità in senso buono. Non c'è molto da dire, è un cd che stuzzica quella leggera voglia di melodia power nella sua forma più classica, ciòè con le melodie facile e i ritornelli canticchiabili, o lo si ascolta senza tanti problemi o lo si schifa.
Chi ama il power metal di Domine, Rhapsody e simili, ed è deliziato o suona la tastiera in altrettanto simili gruppi può prendere questo album come spunto per arrangiamenti e accordi.
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