Sono molto differenziati i temi di ispirazione che vanno a comporre "Ages", quarto album solo per Edgar Froese. Ci sono suggestioni cinematografiche (Fritz Lang nel brano di apertura, "Metropolis"), letterarie (Henry Miller per "Tropic of Capricorn") e storiche (per "Pizarro and Atahuallpa") ma c'è soprattutto la grande disinvoltura del tedesco Froese nel manipolare il materiale musicale e assemblarlo in combinazioni sempre interessanti e piacevoli all'ascolto, anche se - di davvero geniale - poco o nulla c'è in questo album.
Si tratta di un onesto artigianato, e con questo spirito ci si deve predisporre all'ascolto. Nella quiete della sua bottega elettronica, Froese mette insieme nove brani, dai più brevi di quattro minuti a quelli di media durata, fino al lungo "Tropic of Capricorn" (21 minuti). Alla fine c'è prodotto abbastanza da riempire un doppio album, e in questo formato il lavoro esce nel gennaio 1978. In studio c'è anche il batterista Klaus Krüger, che in quel periodo fa una breve apparizione nel gruppo di appartenenza di Froese, i Tangerine Dream, per i due album "Cyclone" e "Force majeure".
Artigianato, dunque: elettronico e strumentale. Si va dalle tenui e malinconiche melodie di "Era of the Slaves" (con la tastiera-principe di quegli anni, il mellotron, che qui emula il timbro del flauto), al pianoforte lirico e struggente nell'episodio centrale di "Tropic of Capricorn", al solo di chitarra elettrica in "Icarus", al tema molto caratterizzato e vivace di "Children's Deeper Study", agli assoli di synth in "Nights of Automatic Women" e altrove lungo tutto l'album, con l'apporto discreto ma incisivo del drumming di Klaus Krüger che dialoga in notevole affiatamento con la fantasia galoppante di Froese.
Questa era l'elettronica di quei maturi anni '70: passione, lavoro sodo, la soddisfazione del fare musica. E "Ages" non si sottrae al trend: un sano ascolto lo vale a tutt'oggi, eccome.
Ripubblicato su cd quasi 20 anni dopo l'edizione originale, l'unica nota stonata per i fans è l'assenza dell'ultimo brano del doppio vinile, "Golgatha And The Circle Closes", omesso semplicemente per mancanza di spazio nel cd singolo (la Virgin, per rendere la riedizione più appetibile sul mercato, decise di non ripubblicarla come doppio cd). Brano che ricompare nella versione del 2005 di "Ages" (questa volta ai danni di "Children's Deeper Study") a seguito dei nuovi arrangiamenti predisposti da Froese - a volte fin troppo pesanti - dei suoi primi lavori (tra cui "Epsilon in Malaysian Pale" e "Macula Transfer").
Così questa musica esiste in più versioni, secondo i decenni nei quali è venuta alla luce: niente di strano, in fondo, per un disco che si intitola "Ages".
Carico i commenti... con calma