Durante la fase di crescente successo per il gruppo da lui fondato, i Tangerine Dream, Edgar Froese ha saputo trovare l'estro e la creatività per realizzare una manciata di dischi da solista: "Aqua" è il primo, uscito nel giugno 1974, registrato qualche mese prima e dunque coevo di "Phaedra", l'album che aveva imposto il trio tedesco sulla scena della musica elettronica europea. Ma questo lavoro conserva spunti di originalità e non costituisce un inutile doppione rispetto al gruppo di provenienza.
L'album si apre con lo sciabordio delle acque: è la title-track "Aqua", un lungo brano, 17 minuti, che tuttavia non si limita all'effettismo. Sferzanti impulsi sonori attraversano tutto il pezzo appoggiandosi su un suggestivo sfondo affidato alle tastiere. Una musica statica, quasi immobile, glaciale come l'immagine di copertina. "Panorphelia", il brano successivo, è più breve e vivace, più animato, una sorta di basso continuo creato da un synth costituisce la base su cui volteggiano le linee melodiche degli assoli di Froese.
Nell'edizione originale, le note di copertina avvertivano di ascoltare il lato 2 del vinile con le cuffie, "per apprezzare pienamente il rivoluzionario Artificial Head System", una tecnica di registrazione che mirava a riprodurre un effetto tridimensionale: era percettibile con le cuffie ma non con gli altoparlanti, e così l'esperimento non venne ripetuto. Nei 14 minuti di "NGC 891", in effetti, si sente il rumore degli aerei in transito, che poi lascia spazio a un sequencer ancora tecnicamente acerbo su cui si leva un lungo assolo; il compagno di tante avventure Chris Franke è qui coautore del brano. Conclude la breve "Upland", con le sonorità riposanti dell'organo, sia pure su un ribollire elettronico che si agita sullo sfondo.
Erano anni avventurosi quelli in cui è stato realizzato questo disco: il progresso tecnologico rappresentato dall'avvento dei sequencer e dei synth modulari rendeva possibile, nelle menti più creative, la nascita di un nuovo stile musicale. Ma "Aqua" non era solo arte: servì a Edgar Froese per reinvestire i guadagni nello sviluppo tecnico della strumentazione dei Tangerine Dream. Arte e tecnica: a volte, anche nei fatti, sono la stessa parola.
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