Nel 1979 prende inizio una delle operazioni cinematografiche più affascinanti e originali del "Nuovo Cinema Tedesco" e della storia del cinema: si tratta di "Heimat" (Patria), film diviso in 11 episodi per un totale di 931 minuti ultimato nel 1984.

La vicenda (o meglio le vicende) si svolge in Germania, in un paesino (inventato) di nome Schabbach situato nella regione dell'Hunsruck a partire dal 1919, fino al 1982. L'opera ripercorre la storia della Germania attraverso gli occhi e le azioni degli abitanti di quel piccolo mondo che a volte pare isolato e senza tempo, a volte invece sembra travolto dagli avvenimenti storici che hanno sconvolto il Novecento. In particolare il regista si sofferma sulla famiglia Simon e sul personaggio di Maria, nata proprio nel Millenovecento (morirà nell'ultimo episodio), unico vero protagonista al di sopra degli altri, l'unico filo rosso che collega in maniera spontanea e viscerale la molteplicità, a tratti disordinata, della realtà e degli eventi. Gli episodi si susseguono in ordine temporale, ma il tempo viene ora dilatato, ora condensato, in modo del tutto arbitrario, quindi può capitare che un intero episodio copra l'arco solo di qualche giorno e poi si salti di diversi anni in avanti nell'episodio successivo.

Per quanto riguarda la trama in maniera specifica, non ritengo opportuno dilungarmi nello spiegare passo per passo quanto accade (ci sarebbero da scrivere pagine su pagine), anche perchè sarebbe molto difficile in considerazione della struttura "non scientifica" dell'opera: infatti, come se si trattasse di un diario, assistiamo ad eventi con salti temporali e spaziali, a momenti suggestivi di grande poesia in cui l'azione si fa quasi inesistente e passaggi, magari del tutto futili ai fini della narrazione, ai quali è dedicata grande attenzione, ma che risultano in definitiva di grande impatto (ricordo l'episodio 3 incentrato sul Natale del '35, e l'episodio 9 che tratta delle avventure amorose del giovane Hermann). La molteplicità di personaggi che appaiono e scompaiono, di comparse, di intrecci e matrimoni, renderebbe la recensione un soggetto da soap opera, perciò lascio perdere e consiglio allo spettatore di non guardare "Heimat" per vedere come va a finire, ma per gustarsi le inquadrature, lo sviluppo dei personaggi e dei luoghi (secondo il concetto più elevato del "tema del viaggio", non è tanto importante l'arrivo, è importante il percorso che si fa). La bellezza di questo film (termine riduttivo nel nostro caso) consiste proprio nel fatto che ogni singolo spettatore può essere attratto da aspetti, episodi, personaggi diversi e può vivere l'epopea in maniera del tutto soggettiva, affezionandosi a luoghi o situazioni che ad altri risultano meno interessanti. Personalmente trovo molto bella l'idea di aprire ogni episodio con una sorta di riassunto (come per un telefilm) affidato direttamente ad un personaggio, Glasisch, che mostra tutte le fotografie dell'album del villaggio e ripercorre tutta la storia con una profonda dolcezza malinconica di chi è stato parte di un mondo che non è più. La nota più bella è scoprire che Glasisch altri non è che lo scemo del paese, una persona che tutti trattano con sufficienza e freddezza, elevato dal regista a ruolo di narratore onniscente e, nell'ultimo splendido e surreale episodio, sarà lui il tramite tra il presente dei vivi ed il mondo dei morti.

La fotografia gioca un ruolo importantissimo e la scelta di alternare il bianco e nero al colore (con quale criterio non c'è certezza) è azzeccata e suggestiva. Bellissime sono le immagini dei campi con l'erba alta che si muove sinuosa al vento come fossero onde del mare, così come i paesaggi invernali nel secondo episodio, oppure gli interni delle semplici case dei contadini. Rimangono impressi i primi piani di Maria, di Hermann e dei ruoli minori; è bello vedere la progressiva trasformazione dei luoghi, dei costumi, della mentalità, delle attività e degli oggetti.

Al di là della bellezza del film in sè per sè, trovo altrettanto interessante la visione della storia che ci offre: la retorica non fa mai capolino (e sarebbe stato facile specie negli episodi incentrati sull'era nazista), anzi, la coralità dell'opera ci offre la possibilità di vedere uno scorcio di popolo comune e del suo rapporto con le istitutuzioni e con la guerra.

In definitiva, "Heimat" è un capolavoro maestoso che tira in ballo l'intimità della famiglia, della Germania e degli Uomini tutti, e ci dà modo di riflettere sul Tempo, sui cicli della vita, sui sentimenti, ma ci ricorda anche di non trascurare quei piccoli istanti che troppo spesso, considerati insignificanti, vengono cancellati dalla storia e dalla nostra memoria.

Circa dieci anni dopo seguirà "Heimat 2" e nel 2004 la saga si concluderà con "Heimat 3".

Gli indici episodi di "Heimat": 1. Nostalgia di Terre lontane,  2. Il Centro del Mondo,  3.Natale Come Mai Fino Allora,  4. Via delle Alture del Reich,  5. Scappato Via e Ritornato,  6. Il Fronte Interno,  7. L'Amore dei Soldati,  8. L'Americano,  9. Hermannchen,  10. Gli Anni Ruggenti,  11. La Festa dei Vivi e dei Morti.

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