A volte ritornano. Anzi, a volte ritorna. Stiamo parlando di Dan Swano, leader degli Edge Of Sanity, sciolti nel 1997 dopo quasi un decennio di album che hanno fatto la storia del panorama death metal. Evidentemente, il nostro Dan sentiva che c'era ancora qualcosa da dire in merito a questo discorso, ed eccolo allora imbarcarsi nel 2003 in "Crimson II", seguito ideale di "Crimson", il disco meglio riuscito della band. Già delimitare una sorta di continuità con il suo capolavoro indiscusso poteva apparire come provocatorio, "Crimson" semplicemente incarnava la perfezione sotto forma di disco in policarbonato (o vinile, per i più nostalgici), fare un lavoro che ne fosse all' altezza sarebbe stata un'impresa per chiunque, anche per un semidio come Dan Swano, ma procediamo per gradi.
L'album, come l'omonimo predecessore, è composto da una sola traccia di circa quaranta minuti, divisa poi successivamente in 9 tracce divise a loro volta in 44 movimenti. Il nostro svedese preferito realizza quasi interamente da solo ogni parte strumentale e vocale, avvalendosi però di alcune collaborazioni eccellenti (gente come Clive Nolan e Mike Wead, tanto per capirci) al contrario del suo lavoro solista di cinque anni prima, "Moontower", creato da lui e lui soltanto.
In questo lavoro i rimandi al primo "Crimson" sono tanti e uniformemente distribuiti (potrei stare qui ad elencarvi ogni minuto-secondo in cui Dan lo cita e a quale minuto-secondo corrisponde nel primo capitolo, ma sinceramente non mi sembra il caso...), sin dalla prima traccia riemerge una delle melodie portanti, chi come me si è ascoltato "Crimson" dozzine di volte dall'inizio alla fine potrà apprezzare appieno tutta questa rete di rimandi, ma, ovviamente, qui non stiamo parlando di un semplice remake, se di questo si fosse trattato, non mi sarei nemmeno preso la briga di recensirlo. Dan ci mette tutto il suo talento per ricreare e rinnovare la magia del 1996 con sonorità che spaziano dal death più brutale alla serenata al chiaro di luna, con melodie sempre ricercatissime e mai scontate (il lavoro della tastiera si fa sentire qui molto di più che nei lavori precedenti degli EOS), con una omogeneità di fondo che ti permette di berti l'opera in un sol sorso senza fatica.
"Crimson II" è la giusta conclusione di un ciclo, è il concentrato di un decennio sfolgorante, non raggiunge ovviamente i fasti del predecessore, ma se la storia degli Edge Of Sanity doveva avere fine, non ne potevamo pretendere una migliore.
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