Edie Brickell non è una meteora.
Texana, classe ’66, divenne famosa nel 1988 grazie ad un Album di PopFolk intimista: “Shooting Rubberbands at the Stars”, dove erano presenti canzoni come “What i am” e “Circle”, poi seguito dal fin troppo sottovalutato “Ghost of a Dog” nel ’90.
Questi due dischi vennero pubblicati a nome “Edie Brickell & The New Bohemians” ricordando così anche la band che l’accompagnava in quegli anni: questa associazione sparì per un bel po’, a causa degli avvenimenti che racconterò a breve, per fare ritorno solo nel 2006 con l’album “Stranger Things”, lasciando la nostra ad una carriera solista al quanto particolare.
Ad inizio anni ’90 infatti il destino stabilì l’incontro tra la ranocchia Edie ed il Principe del Folk Statunitense, Paul Simon: il risultato fu un Matrimonio (penso ancora in essere), tre figli, due Album solisti (a nove anni di distanza l’uno dall’altro… Ah, la famiglia!) e migliaia di cuori spezzati tra cui il mio…
Se me lo concedete a questo punto, parlando di cuori spezzati, voglio fare una piccola digressione personale: perlustrando i miei ricordi e cercando le ragioni dei vari mutamenti di gusti e/o di opinioni occorsi nella mia esistenza, i fatti mi mettono davanti ad un’evidenza: “Shooting Rubberbands at the Stars” fu il primo album non di origine propriamente Rock ad entrare nella mia vita, nonché il primo di Cantautorato Femminile (avevo 14 anni), e considerando l’anno (a quell’epoca il disco più presente nei miei ascolti era “Seventh Son of a Seventh Son” dei Maiden, per capirsi) posso, in tutta tranquillità, attribuirne il ruolo di spartiacque tra i generi che tutt’ora incontrano maggiormente i miei gusti, insomma Edie fu per me quello che Aristotele fu prima per l’Ellenismo e successivamente per il Cristianesimo (e scusate l’immodestia del paragone).
Ritornando al topic della recensione ho già accennato ai due Album solisti pubblicati dopo il matrimonio con Simon: il primo “Picture Perfect Morning” del ’94, il secondo “Volcano” del 2003, entrambi meritevoli di attenzione ed entrambi non recensiti su DeB, parlerò del primo:
“Picture Perfect Morning” è, ovviamente, prodotto da Paul Simon, cronologicamente arriva ben 5 anni dopo l’ultima uscita della nostra e queste due cose si percepiscono nell’ immediatezza del primo ascolto: infatti se i primi lavori della Brickell erano pervasi da un’ingenuità adolescenziale, qui siamo in presenza di un disco creato da una persona diventata adulta, prima moglie e poi anche madre con tutti i pregi ma pure i difetti che questo comporta.
Da un punto di vista sonoro, l’ambito rimane quello Folk ma senza, o quasi, tutte le influenze Pop del passato, e se qualche deriva è presente questa porta ad un maturo Rock Acustico, sobrio e privo di orpelli.
Ma a stupire di più è l’ambiente emozionale: nonostante la chiave di lettura sia ancora da ricercarsi nella sfera intima, Edie abbandona del tutto i quesiti esistenziali a cui aveva abituato i fans ponendo attenzione maggiormente a storie di quotidianità, senza rinunciare agli abbellimenti onirici nei testi, “suoi marchi di fabbrica".
Detto questo non ci si può però esimere dal far notare i difetti dell’opera che sono da trovare nel tentativo di adattarsi ai canoni del classico Folk cantautoriale, perdendo parte di quella freschezza presente nei due album a marchio “New Bohemians”, difetto alla fine rimarginato con abilità dal “mestiere” di Paul Simon sia alla produzione sia come sessionista, perché dal punto di vista tecnico qui siamo di fronte ad un lavoro quasi impeccabile, interpretato e suonato così professionalmente da correre il rischio di sembrare fin troppo impacchettato bene: questa sensazione si annulla se si da il tempo a questo disco di maturarci dentro, maturazione che avviene attraverso canzoni limpide ed oneste come “Tomorrow Comes”, “When the Light goes down”, “Olivia” e “In the Bath”.
Da ascoltare, come dice il titolo, il mattino presto tra una brioche, un cappuccino ed i primi raggi di sole…
…albeggiante.
Mo.
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