Nel ristretto nugolo delle cantautrici introverse americane degli anni '90 è da annoverare sicuramente la texana Edith Frost. Arrivata relativamante tardi alla "ribalta" della scena Newyorkese, ha al suo attivo soltanto 3 album. "Telescopic" è il secondo e, probabilmente, il suo capolavoro.
Il piglio è decisamante intimista, riflessivo, indubbiamente influenzato dalle cantilene esistenziali di Lisa Germano. Il punto di forza è decisamente la sua voce: cristallina, fredda ed eterea, viene mirabilmente sfruttata per imbastire momenti di rara intensità emotiva. Gli arrangiamenti sono molto curati e comprendono violino, fisarmonica, trombone, mandolino senza per questo però risultare mai leziosi o ridondanti. La cura certosina e il buon gusto nel dosarli rendono una sensazione di eleganza davvero rilevante.

Quando parte "Walk On The Fire" si viene per la verità un po' spiazzati dalla coltre di suoni che attraversa il pezzo: feedback di chitarre in primo piano che si intrecciano tra loro scandite da un ritmo monotono di batteria, e la voce che sembra provenire da un sogno lontano, di sicuro lievemente "trattata".
Edith comincia a svelare le sue carte con "Light", una melodia ipnotica di violino romantico e mandolino languido, triste e monocorde, segnata dal suo canto timido.
Il cielo si schiarisce con la successiva "Very Earth" quasi uno scherzo autoironico coi suoi miagolii di chitarra hawaiana a fare le fusa su di un tempo lievemente jazzato. Dolcissima. L'alternarsi di chiaro-scuri anche all'interno di una stessa canzone caratterizza un po' tutto il disco, si è sempre in bilico tra sole e pioggia.
Ed è decisamante grigio il cielo che aleggia su "Telescopic", capolavoro del lotto posto non a caso a metà percorso. Una melodia agghiacciante, paranoica, spettrale, caratterizzata da una chitarra monocorde e da una viola minacciosa che si affaccia di tanto in tanto in quest'incubo Freudiano. E su tutto ancora la voce, mai così bella, onirica, da brividi.
"Through The Trees" è un'altra cantilena per sola chitarra acustica e voce. Tristissima e desolante, disegna spazi notturni infiniti e angoscianti, che ti lasciano nudo davanti al dolore. Davvero emozionante.

Una volta assaporato appieno il gusto dolce-amaro di questo splendido lavoro non si può fare a meno di applaudire e provare quel sentimento di intima soddisfazione piacevolmente figlio delle belle emozioni.

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