Il racconto è ambientato negli USA del primo dopoguerra. Comincia con una macchina che percorre una superstrada, nella macchina ci sono un bambino preadolescente, suo padre, e un'assistente sociale, che guida la macchina. Si stanno dirigendo verso un istituto per la custodia per minori, in quanto il padre non è in grado di mantenere il figlio secondo lo standard della società borghese americana.
Potete immaginare lo stato d'animo del ragazzino.
Il romanzo è di chiara matrice autobiografica. Edward Bunker infatti, ha passato buona parte della propria vita tra riformatori e carceri. A 17 anni, è il più giovane uomo di sempre ad essere stato recluso nel penitenziario di San Quentin, che ospita il braccio della morte dello stato della California.
Uscito all'età di 32 anni, si mette a capo di un'organizzazione internazionale per il traffico di cocaina ed eroina, ma viene bevut- ehm, catturato in seguito ad anni di ricerche, nel momento in cui stava preparando una rapina (da solo) ad una banca di Beverly Hills.
E' condannato a sei anni e mandato in un penitenziario, dove viene a trovarsi in cella assieme ad altre nove persone. Per questo indice una protesta non violenta, e per questo viene trasferito e internato nel carcere di massima sicurezza di Marion, Illinois. Ambiente teatro di dure tensioni di matrice razziale per via delle ovviamente numerose etnie presenti nel carcere: ispanici, neri, asiatici.
A questo proposito citerei una sua frase a dir poco sacrosanta:
"Chi non è mai stato a contatto con la violenza non la teme, ma crolla quando si scontra con essa."
E' a Marion che fa la conoscenza dello scrittore carcerato Caryl Chessman, e seguendone l'esempio inizia a scrivere. E lo fa con grande successo. Diversi suoi libri sono stati adattati a film, ha collaborato a sceneggiature come quella di Animal Factory di Steve Buscemi e A trenta secondi dalla fine di Andrej Koncalovskij, ha recitato la parte di "Mr. Blue" ne Le Iene di Tarantino, oltre naturalmente a vendere milioni di copie dei propri romanzi, Cane mangia cane, Educazione di una canaglia, Come una bestia feroce... Nessuno dei quali può essere paragonato al classico noir, perché in quei libri c'è tutto: memorie autobiografiche, storia civile, umorismo, saggistica, critica sociologica, filosofia, religione, coscienza etnica... Non esiste al mondo uno scrittore paragonabile ad Edward Bunker, assolutamente.
Tornando al romanzo, esso narra l'evolversi dell'esistenza di questo ragazzo che cresce praticamente costretto a frequentare quasi esclusivamente una certa categoria di persone, quelle rifiutate dalla società ovviamente: rapinatori, narcotrafficanti, gente malsana e criminali di ogni genere. Le persone che il "sistema" non solo ha punito, ma che non ha più interesse a recuperare. A Bunker è stato somministrato un test dell'intelligenza da ragazzino: il risultato fu 152. Praticamente un genio. E conoscerà perfino l'ospedale psichiatrico... Edward Bunker: la sua vasta, eccezionale, violenta, dolorosa, consapevole esperienza criminale e carceraria gli è servita come ingrediente con cui ha sfornato delle opere di assoluto valore, letterario ed umano. Acqua, lievito, sale se li è procurati strada facendo, ma la farina è del suo sacco.
E' del suo sacco anche quest'ultima citazione, con cui chiudo il testo.
"Non c'è nessun inferno. E neanche il paradiso. La vita è qui. Il dolore è qui. La ricompensa è qui."
Un paio di interviste a Bunker, la seconda condotta da un italiano.
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