Paul Burch: Meridian Rising
File Audio Non la voglio ★
Il disco (venti tracce) è una autobiografia immaginaria del leggendario James Charles 'Jimmie' Rodgers, noto anche come 'The Singing Brakeman', 'The Blue Yodeler' e 'Father of Country Music'. Figura in qualche modo seminale per quello ch eriguarda il country ed il country folk. Ma Rodgers moriva nel 1933, era un bianco e il suo sound era inevitabilmente condizionato e calato nella realtà dei suoi tempi e il tentativo di Paul Burch, visto pure nell'ottica autobiografica richiamata, non fa altro che rendere questo lavoro obsoleto, inascoltabile, persino irritante.
Paul Haggis: In the Valley of Elah
File Video Mi manca ★★★★
Dramma diretto da Paul Haggis e con come tema centrale quello della guerra in Iraq. Un soldato, di rientro dal medio oriente, viene fatto a pezzi in circostanze non chiarite. In un contrasto tra quelle che sono le competenze e le giurisdizioni tra la polizia locale e l'esercito, si inserisce la figura del padre (Tommy Lee Jones), un veterano del Vietnam e ex poliziotto militare, alla ricerca di risposte su quale sia stata effettivamente la vera fine del figlio. Un cast veramente ricco per un film i cui veri contenuti importanti sono tuttavia nella trama e in come i veri temi saltino fuori di scoperta in scoperta fino a quella che è una fine che per quanto sconcertante, nelle logiche della 'guerra' si può definire pure come inevitabile.
Pet Shop Boys: The Pop Kids
File Audio Ce l'ho ★★
EP che anticipa l'uscita del disco 'Super'. Contiene il singolo, 'The Pop Kids' (presente anche in due versioni remixate) e due inediti, 'In Bits' e 'One-Hit Wonder'.
Pet Shop Boys: Super
File Audio Ce l'ho ★★★★★
Difficilmente Chris Lowe e Neil Tennant 'bucano' un disco. Anticipato dal singolo, 'The Pop Kids', 'Super' è l'ennesimo disco di una delle band che più tra tutte sono rimaste fedeli a se stesse nel corso degli anni e hanno saputo innovarsi con il procedere della tecnologia e la differenziazione a più livelli dell'offerta musicale sul mercato. Prodotto da Stuart Price, non riesco a trovare difetti in questo lavoro e in cui tutte le canzoni sono più o meno sullo stesso livello (su tutte preferisco al momento l'apripista, 'Happiness').
Commedia diretta da Peter Chelsom e con protagonista Simon Pegg nel ruolo di Hector, uno psichiatra che da un giorno all'altro si secca della monotonia della sua vita e parte in giro per il mondo alla ricerca della felicità. Vivrà mille avventure in giro per il mondo fino a ritornare a casa in quello che è un prevedibile lieto fine. Cast ricco con Jean Reno e Stellan Skarsgard fino a Christopher Plummer, ma è un film praticamente già visto e che potrebbe persino finire con l'annoiare lo spettatore.
7'' clandestino contenente tre tracce tra cui una cover di Johnny Thunders, 'Too Much Junkye Business', rilasciato - presumibilmente - nel 1989. Mostra in breve tutto il campionario della band.
Philip K. Dick: Ubik
Cartaceo Ce l'ho ★★★★★
Philip K. Dick himself admitted he didn't undestand at all 'Ubik'. He didn't expect it was going to be so much considered by his readers and definitely one of his most considered and influential opera during the years. We're in the North American Confederation in 1992, psi phenomena are common, the people who dies they are kept in a state of half-life (a form of cryonic suspension), after an explosion Joe Chip started misteriously shifting backward in time. Who and/or what's 'Ubik'? A spray can-metaphor for God which gave to people the power to understand who and where they are and how to survive and keep on living their own life. Influenced by acid psychedelia and probably written under the usage of LSD, 'Ubik' it is an opera which has possibly no time and that refuges from all the kind of possible definition. The same of the world in which the plot is set.
Sicuramente non è il disco dell'ultima arrivata, ma mi ha lasciato veramente parecchio indifferente. Segnali di ripresa verso la fine con 'Medicinals' e 'The Ministry of Social Affairs', 'The Wheel'. Stiloso, forse troppo: una ecatombe di talento e di talenti. Al secondo ascolto ho mollato senza nessun rimpianto.
  • Psychopathia
    20 apr 16
    purtroppo tu confermi i miei timori su questo disco. a questo punto lo eviteró, purtroppo PJH non fa piú musica per me. é dal 2000 che mi delude disco dopo disco. per me l'ultimo valido é is this desire
  • sotomayor
    20 apr 16
    'Let England Shake' secondo me era un buon disco. Questo qui per quanto mi riguarda non è affatto riuscito. Il progetto ho letto fosse parecchio ambizioso, ma secondo me non funziona nulla. Peccato perché al di là della sua indubbia bravura, ci sarebbe attorno a lei un ensemble di musicisti tutti degni di nota. Mi sembra tutto troppo scarico.
  • Psychopathia
    20 apr 16
    si, let england shake non era male, ma non regge comunque il paragone coi dischi storici. per me i peggiori furono il secondo capitolo con parish, uh huh her e quello col pianoforte di cui ora mi sfugge il titolo. comunque grandissima lo stesso
  • sotomayor
    20 apr 16
    Chi lo sa. Magari uno dei 'problemi' - tra mille virgolette - di questo gruppo di artisti (ci metto dentro anche i vari Nick Cave, Mick Harvey, lo stesso John Parish) è che hanno acquistato troppo mestiere e questo dove uno dei loro principali punti di forza era/sarebbe proprio un certo istinto e approccio selvaggio alla musica e all'arte in generale.
Psychic Ills: Inner Journey Out
File Audio Ce l'ho ★★★★
A tre anni di distanza da 'One Track Mind' riecco gli Psychic Ills. 'Inner Journey Out' (Sacred Bones Records) è un disco dalla composizione eterogenea. L'approccio è sempre quello di derivazione principalmente Spacemen 3 ('Fade Me Out', 'Back To You', 'Another Change' e i due gospel 'I Don't Mind' e la bellissima 'Coca Cola Blues') mixato a un certo nichilismo e garage Velvet Underground ('Confusion', 'Mixed Up Mind', 'All Alone'). In un disco che potrebbe apparire pretenzioso e di cui uno dei limiti è forse la lunghezza eccessiva, la band cerca anche di osare con episodi di tipo meditativo come 'Hazel Green' e 'New Mantra' fino alla lunga session di 'Ra Wah Wah'. Non è un capolavoro, ma neppure un disco che lasci indifferenti gli ascoltatori, soprattutto quelli devoto al culto della psichedelia.