Due sole cose sono sicure di ciò che mi ricordo della sera del 5 marzo 2004: la prima è che era in programma il concerto romano degli Einsturzende Neubauten, ed io avevo il biglietto e - a quanto pare - ci sono anche andato; la seconda è che - ahimè - quel giorno ho anticipato di parecchio la socializzazione serale con il buon vinello, e dai frantuma-timpani tedeschi ci sono arrivato bollito come un hooligan inglese alle partite del Manchester.

Ansioso come un interista prima del derby e inquieto come un interista alla fine del derby mi apprestai per tutta la giornata a fare il più possibile amico "Perpetuum mobile", e meno male che ebbi la buona idea, perché almeno posso dirvi con sicurezza che la maggior parte delle canzoni di quell’album furono risentite dalle mie (martoriate e dolenti) orecchie in quel del "Villaggio Globale" (oh, poveri ragazzi milanesi, ho sentito dire che il concerto della data lombarda ha richiesto l’esborso di 27 euro; beh, per una volta tanto Milano ladrona e Roma magnona, tiè). Se la colossale sbornia non mi ha scomposto i ricordi ecco il mio umile resoconto, da leggere come il caloroso souvenir di un fan sicuramente non della prima ora, tutt’altro, ma da sempre affascinato dalla proposta berlinese, forse leggermente un po’ eccessiva per le orecchie levigate e fighette che mi ritrovo.

La partenza. Violenta e aggressiva, i ragazzi hanno fatto appena in tempo ad imbracciare gli (pesudo) strumenti che improvvisa è arrivata una raffica di clangori e sferragliamenti, tant’è che, nel mio beato rincoglionimento, ho anche pensato di aver sbagliato metro e di essere sceso a Termini, ed un terrostista aveva appena lanciato il pendolino Roma-Aprilia a 200 all’ora contro le migliaia di scozzesi che come formiche in gonnella ritornavano dalla Italia-Scozia di rugby.

Il famoso giro di basso di "Sabrina" mi faceva però ritornare alla realtà, che meravigliosa canzone, che schifo d’uomo che sono, non so neanche a quale album appartenga. Quando tra una risata isterica e l’altra il vinello risaliva e mi offuscava la mente ci pensava Blixa Bargeld a risvegliarmi: per un attimo all’uscita del concerto ho anche pensato che quell’uomo avesse urlato ininterrottamente per tutta la durata del concerto (e forse è pure così). Di sicuro ho notato la particolare ricercatezza delle trame intessute dal vivo: le tracce di "Perpetuum mobile" si allungavano, si sfilacciavano, fino a prendere la forma di lunghe divagazioni improvvisate, sempre all’insegna di una atmosfera complessiva di notevole impatto: per un attimo all’uscita del concerto ho anche pensato di fare un passo dall’otorino, perché Enzo mi parlava e io non sentivo (di solito, quando Enzo parla, mi limito a non capire).
Ho anche visto un compressore, e tanti altri accidenti di strumenti e tutto era così casinaro e pazzo, ed io adoro le cose casinare.

Oh, non so che dirvi di più, ragazzi, non mi ricordo neanche quanto sia durato, e magari lo sapessi, perché potrei dire - a chi mi chiede del concerto - quanto esattamente mi sono sentito felice quella sera.
Il vinello non tradisce mai, e non mi stancherò mai di approfondire la reciproca conoscenza.
Neanche gli Ensturzende Neubaten mi tradiscono mai, e mi riprometto di approfondirne la conoscenza la più presto. Glielo devo, assolutamente. Uno delle band da vedere assolutamente almeno una volta nella vita. Ma se ritornano, facciamo pure due.

P.S. : Per un attimo, all’uscita dal concerto, ho anche pensato di comprare la registrazione del concerto stesso, in vendita a tempi record in un buco del locale; ma in un lampo di vergognosa e inarrestabile spinta verso l’alcolismo mi sono lasciato trasportare da Enzo presso la più vicina vineria. Non affannnatevi : mi ammazzo da solo.

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