Durante i primi anni del novecento l'artista italiano Luigi Russolo, pittore, inventore e compositore esponente del movimento futurista brevettò dopo anni di studi e teorie l'intonarumori, un complesso strumento musicale adibito alla creazione e alla modulazione di rumori in varie forme ed intonazioni, questi strumenti, divisi per categorie a seconda del tipo di rumore prodotto (ronzatori, scoppiatori, sibilatori ecc...) azionati da leve e bottoni producevano una sorta di caos matematico, un rumore potente ed atonale, controllato dal musicista stesso.
Russolo nel 1913 teorizza l'uso del rumore come elemento portante nella musica degli anni a venire, con il manifesto futurista "l'arte dei rumori", dove prende forma un'idea di musica creata da rumori e suoni disarmonici, da qui alle prime avanguardiste composizioni per varie macchine intonarumori il passo fu breve, le idee rivoluzionarie di Russolo aprirono la strada a nuovi modi di intendere la musica ed il suono, passando per la musica concreta degli anni 40', dall'elettronica sperimentale dei 50' e 60', fino a forme musicali meno accademiche negli anni 70' ed oltre.
Nel 1980 a Berlino ovest un giovane Blixa Bargeld forma una band chiamata Einsturzende Neubauten, una band che porterà a compimento definitivo le avanguardistiche e geniali idee di Luigi Russolo sulla musica del futuro e sull'uso del rumore in ambito musicale, già da qualche anno la corrente di musica industriale avviata dagli inglesi Throbbing Gristle fonde rumorismo ed elettronica in modo selvaggio, ma con gli Einsturzende si arriverà a dei livelli di intensità ed irruenza sonora inauditi.
Dopo il potente debutto del 1981 "Kollaps", disco che ha il compito di mostrare, come in una specie di manifesto l' innovativo approccio alla materia industriale della band berlinese, Blixa e soci un paio d'anni dopo tornano in scena con la loro opera più selvaggia, maestosa e importante della loro storia. I "nuovi edifici che crollano" armati di una strumentazione a base di strumenti elettronici e attrezzi da lavoro vari, lamiere, martelli pneumatici e flessibili creano un'opera terrificante ed imponente, "i disegni del paziente O.T.", i disegni di un paziente schizofrenico di un manicomio prendendo vita in degli affreschi sonori da incubo, immersi in scenari post-apocalittici. Se nella musica industriale delle formazioni inglesi dell'epoca risuona una profonda alienazione dal presente e dall'era moderna, la band tedesca va oltre questo approccio, il mondo che Blixa e soci descrivono non è ne in declino ne avviato verso una fine, il mondo descritto dagli Einsturzende è morto, sotterrato da cumuli di macerie, ferro, catrame e nubi radioattive, l'umanità sopravvissuta a questo olocausto non può fare altro che cercare di sopravvivere, tornando ad uno stadio primitivo, riscoprendo i propri istinti primordiali, i propri istinti più naturali.
Un suono freddo, duro, squarciato da intuizioni sonore geniali e malefiche, voragini sonore dove ogni parvenza di vita umana sembra essere scomparsa, ma così non è: le urla di Blixa sono l'unico elemento profondamente umano ad emergere dal caos atonale di ogni composizione di quest' opera, la band delinea una micidiale fusione tra le trame sintetiche dell' incedere ritmico e il lavoro dei non-musicisti con gli attrezzi da lavoro. L'iniziale "Vanadium-I- Ching" si erge a brano simbolo dell'opera, fra trame percussive metalliche ed elettroniche, rumori ostinati di lamiere percosse da tubi in ferro ed i rantoli di Blixa declamanti parole di terrore, la tensione portata fino all' estremo in "Die Genaue Zeit" e nella tetra "Neun Arme" caricano di ossessività patologica un' opera votata alla più completa distruzione e decostruzione sonora. "Abfackeln!" macchiata com'è da un tribalismo oscuro e primordiale si staglia su bordoni rumoristici tanto destabilizzanti quanto teatrali e monolitici, il suono degli Einsturzende in quest'opera è gelido, maestoso e asetticamente pulito e definito, quello che questi non-musicisti riescono a tirare fuori ha dell' incredibile, ed ascoltare tra gli altri, veri e propri incubi sonori come "Hospitalistische Kinder- Engel der Vernichtung" con un crescendo drammatico ed orrorifico che parte dal solo suono di un tubo di ferro che batte contro una lamiera, ed il canto di un bambino che gioca, fino ad arrivare a tuffarsi in un'oceano di deraglianti rumori ed urla lancinanti, oppure della avanguardista "Armenia" che tra psicotiche urla e droni elettronici giganteschi fa svettare tristi melodie affidate ad un' orchestra d'archi, ogni brano, rappresenta un qualcosa di apocalittico e primordiale, violento e tetro, geniale e spontaneo... futurista.
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