I mancuniani Elbow sono una delle bands britanniche più talentuose in circolazione.

Guy Garvey e soci vantano fans eccellenti (R.E.M., U2, John Cale) e tonnellate di pareri positivi da parte di critica e pubblico; questo "The Seldom Seen Kid" è la loro quarta studio release, ed arriva a tre anni dall'ottimo "Leaders Of The Free World".

Registrato ai Blueprint Studios di Manchester, l'album è stato prodotto (dal tastierista Craig Potter), mixato ed inciso senza alcun collaboratore esterno (cosa mai avvenuta prima per la band); negli Stati Uniti verrà pubblicato solo questo mese via Geffen. Il titolo del disco è stato scelto con l'intento di omaggiare un caro amico della band, scomparso nel 2006; "The Seldom Seen Kid" è infatti il soprannome con cui il padre era solito chiamarlo, ed è inoltre contenuto in una strofa del pezzo "Grounds For Divorce".

"Grounds For Divorce", appunto, è il singolo che ha spinto il disco nella top five inglese (è la prima volta nella ultradecennale carriera della band); una ritmica incalzante e coinvolgente (nonché marcatamente zeppeliniana), scandita da piano e claphands, ed un cantato intenso e celestiale, ne fanno un'autentica gemma indie pop di rarissimo spessore.

Non è comunque, l'unica grande canzone dell'album: "The Seldom..." è un lavoro splendido, evocativo, intriso di forte personalità. Si divide fra pezzi che privilegiano la cura delle atmosfere, come la bella apertura "Starlings" (elettronica rarefatta e basilare, sovente interrotta da violente esplosioni strumentali), il papabile secondo singolo "Weather To Fly", impreziosito da strumenti a fiato, oppure "Some Riot", e numeri più attenti alla costruzione delle melodie, aspetto facilitato dalla stupenda voce del frontman Garvey; fanno parte di quest'ultima categoria "Bones Of You", dotata di un incipit vagamente latin che si trasforma in un pop rock perfetto, oppure un capolavoro del calibro di "The Loneliness Of A Tower Crane Driver", in cui coralità, melodia ed evocatività vanno a braccetto, dipingendo un quadro che sembra quasi volersi espandere fuori dalla propria cornice. Indubbiamente uno dei migliori pezzi sentiti quest'anno in ambito alternative rock.

In "The Fix" troviamo un'ospite graditissimo quale Richard Hawley, prezioso con la sua ottima vocalità nel delineare la trama sorniona ed atipica del pezzo. "Mirrorball", poi, è il pezzo che i Coldplay non riescono più a scrivere. Da sottolineare "One Day Like This", primo singolo per gli Stati Uniti, sapientemente ornato di archi e pianoforte.

Gli Elbow tornano quindi con un album squisito, che segna l'ennesima tacca nel processo di crescita di questa ottima band, a volte veramente troppo sottovalutata.

Piacevolissima conferma.

Tracce chiave: "Starlings", "Grounds For Divorce", "The Loneliness Of A Tower Crane Driver", "The Fix", "One Day Like This"

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