Premessa: quest'album non è facile. Sicuramente alcuni che l'hanno ascoltato avranno detto che fa schifo, ma si dovrebbe ascoltarlo più volte prima di giudicare, dato che "Dopethrone" degli Electric Wizard risulta essere il lungo racconto di una band che durante la registrazione di questo album, ha passato più momenti a drogarsi che sugli strumenti. Infatti le composizioni risultano anomale e con tempi infiniti, fattostà che gli Electric Wizard volevano farci sentire come erano loro: drogatiDopethrone degli Electric Wizard è un album del 2000, considerato un enorme pilastro dei generi più lenti e oscuri del Metal, come lo Sludge Metal, lo Stoner Rock, e sopratutto, il Doom Metal. Il sound risulta essere innovativo: a differenza del precedente album della band "Come My Fanatics...", vi sono alcune differenze musicali, e tra queste troviamo la voce malinconica del cantante e chitarrista Jus Oborn pesantemente distorta, mentre gli strumenti, sembrano essere più distorti del previsto, e addirittura, messi in primissimo piano.
Si parte con "Vinum Sabbathi", traccia più corta e più "veloce" dell'album, con una durata inferiore alle altre canzoni dell'album (3:05), però sembra esserci un raccordo sonoro con la prossima canzone, ovvero, "Funeralopolis", il capolavoro dell'album: inizia con una parte lentissima e, quasi alla fine del brano, si scatena dando vita al miglior momento dell'album. E dopo questo lento trionfo, ci troviamo davanti a "Weird Tales", un viaggio ipnotico composto progressivamente da tre parti, iniziando dalla sparata e vorticosa "Electric Frost" (prima parte), per poi passare all'oscura e tenebrosa "Golgotha" (seconda parte) e per finire in bellezza con "Altar of Melektaus" (terza parte). Dopo questo vortice spaziale, si torna con un brano di pura matrice doom metal "Barbarian", molto influenzato dai Black Sabbath. Tra l'altro, tutto l'album è influenzato dai Sabbath. Il prossimo brano, "I, The Witchfinder", trovo che sia il brano più cupo dell'album, ma la prossima traccia chiamata "The Hills Have Eyes" è semplicemente una strumentale di pochi secondi, che ci prepara al peggio in poche parole... infatti ecco che la distorsione iniziale di "We Hate You" ci annuncia che l'ascolto riparte attraverso questa canzone che riesce a trasmettere vari stati d'animo in una sola volta, ma ovviamente, la depressione è l'elemento predominante della song e dell'album. L'ultimo brano "Dopethrone" chiude in bellezza questo capolavoro... con una metà di Doom puro, e una metà di silenzio, che può significare soltanto una cosa, ovvero che l'album ha aperto nuove strade a moltissime band, e classificando gli Electric Wizard come una delle migliori band del Doom Metal e non solo.
In conclusione, secondo me non c'è tanta differenza tra il fumarsi un paio di canne e l'ascolto di questo "Dopethrone", perchè, dopo aver ascoltato questo capolavoro, tutto mi è sembrato più strano. Non che io mi sia fumato un paio di canne sia chiaro, ma quest'album ha veramente un qualcosa che pochi album hanno. Lo consiglio assolutamente.
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