Electric Wizard Live
De Meeting dell'ultimo minuto
IL VIDEOGIOCO
Livello UNO - L'autostrada
Parto da casa con largo anticipo, memore delle raccomandazioni materne di tanti anni fa, forte di un paio di mutandine pulite ("metti che ti succede qualcosa..."), sollazzato da una super compilation "Misto frutta" che spazia dall'ultimo Keelhaul (molto bello...) al primo Jovanotti di "Give me five" (pure...), e addirittura preoccupato all'idea di arrivare troppo presto.
Incrocio due incidenti: il primo dopo soli pochi chilometri di autostrada, il secondo quando ormai è troppo tardi per tornare a casa. Tra i due, rallentamenti all'altezza di Dalmine, Seriate, Brescia ovest e Vicenza.
Risultato: quasi 5 ore per poco più di 250 Km. Praticamente senza mai inserire la quarta marcia.
Mostro di fine livello
Il Casello Periglioso
Facilissimo, come tutti i mostri di fine primo livello. Basta usare il power up Telepass e urlare "Sfiiigheeeee!!" agli altri automobilisti in coda.
Livello DUE - La porta dell'inferno
Accompagnato dal sempre gentilissimo OleEinar, giungo all'Unwound e subito rimango stupefatto dalla multicolore fauna che si è radunata nelle vicinanze.
Si passa dal metallaro classicomane con chiodo e gilet in jeans ricoperto di toppe di gruppi medal anni '80, alla cicciona dark che se te pija te smonta, all'intellettuale alternativo in cerca di esperienze forti.
L'ora, nel frattempo, si è fatta piuttosto tarda e il gruppo di supporto, i canadesi Blood Ceremony, ha già cominciato a suonare. L'ingresso dell'Unwund è stipato a livello di girone dei bestemmiatori all'ora di punta: la gente è accalcata, accaldata, sudata e spazientita: la fila sembra proprio non voler avanzare, c'è un gran casotto di moduli da compilare, tessera ARCI da controllare, monete per il resto finite prima del previsto... E intanto l'esibizione dei Blood Ceremony sta per volgere al termine.
Mostro di fine livello:
Quello che c'ha più fretta degli altri
Ricoperto da una folta pelliccia animale e privo di vestiario, pare non accorgersi di essere sudato come una spugna bagnata. Si agita come un tarantolato, incurante del fatto che così facendo innaffia chiunque gli stia a meno di sei metri.
Praticamente invincibile.
L'unico modo per placarne l'incontenibile furia è fornirgli una generosa dose di birra di pessima qualità e musica ad alto volume.
Purtroppo entrambi i suddetti bonus non sono a disposizione del giocatore, al quale non resta che attendere che il nerboruto soddisfi le proprie voglie una volta entrato nel locale.
Livello TRE - "El castillo de la muerte"
L'Unwound è grezzo da fare schifo. E ciò è bene.
È un ex magazzino (ci sono ancora le serrande per il carico-scarico merci), senza finestre, senza impianto d'areazione, con due sole porte che, peraltro, rimarranno chiuse per buona parte della serata.
Dentro c'è un caldo di quelli che entri e subito pensi: "Se rimango qui altri 30 secondi svengo". E invece poi non svieni, ma inizi a sudare anche da punti del tuo corpo che non ricordavi di avere.
L'aria è più o meno irrespirabile.
In pratica è come stare dentro a una sauna. Solo che nelle saune di solito usano dei rametti di piante aromatiche per profumare l'ambiente. All'Unwound devono avere usato delle fascine di peli d'ascella di cane.
In compenso faccio in tempo a vedermi gli ultimi brani dei Blood Ceremony e devo dire che non mi dispiacciono affatto.
Su disco non mi erano piaciuti per niente, ma dal vivo (complici anche dei suoni più aggressivi) fanno la loro figura. Suonano il loro revival hard rock con buona convinzione, mescolando carriolante di citazioni sabbathiane a elementi folk à là Jethro Tull, con tanto di flauto traverso suonato dalla cantante. Certamente un po' acerbi, pagano forse le incertezze di una frontwoman non proprio a suo agio nelle vesti di "Sacerdotessa del male", ma il pubblico è comunque soddisfatto e all'uscita li applaude con convinzione.
Mostro di fine livello:
Le torturatrici bariste + La birra assassina
Credo di avere aspettato la prima birra più o meno 5 ore.
Credo di aver ripetuto la frase "Due medie chiare" più o meno 5 mila volte.
E quando ormai ero convinto di avercela fatta, quando finalmente ho appoggiato le mie labbrucce sulla mia birruccia, ecco l'amara sorpresa: il vero mostro di fine livello era una delle birre più schifose che si siano mai viste. Roba che a confronto la Prinz è nettare sgorgato dal capezzolo di Odino.
Livello QUATTRO: "Essere stregoni oggi"
Inutile nasconderlo: sono un po' emozionato.
Sarà perché la posta in gioco è alta (tradotto: essermi fatto ‘sta sbattita esagerata per un brutto concerto mi scoccerebbe non poco...), sarà che il gruppo in questione è di quelli che si portano dietro un'aurea particolare, quasi mitologica... Sarà qual che sarà, ma quando vedo Jus & C. salire sul palco qualche brividino, nonostante il clima tropicale, lo sento.
Suonano appena un'ora. E ciò mi dovrebbe fare un po' incazzare.
Suonano praticamente tutto l'ultimo album "Witchcult Today", concedendo giusto un paio di brani dal resto del loro repertorio (tra cui una "Funeralopolis" un po' pasticciata, a dir la verità). E anche questo non dovrebbe rendermi particolarmente felice.
Dietro le pelli, Shaun Rutter si incarta più di una volta. E ciò ha quasi dello scandaloso.
Eppure spaccano.
Saranno i lunghi cavelli biondi, o il fatto che una ragazza che impugna una Gibson diavoletto fa sempre la sua suina figura, ma Lizzy è proprio bella. Di una bellezza magnetica, spietata, da ancella di Satana.
Jus, bassotto e cicciottello, sembra una via di mezzo tra Alvaro Vitali e Ciccio Bombo Cannoniere con tre buchi nel sedere e patisce anche lui il caldo, inutile negarlo. Canta in maniera incerta, ma al pubblico pare davvero interessare poco.
Il nuovo bassista (un certo Tass) ha la faccia completamente tatuata e sembra un cartina geografica che ride.
Sul retro del palco, vengono proiettati spezzoni di film horror d'annata di Bava, Martino, Argento... e l'effetto straniante riesce alla perfezione.
Lo confesso: temevo un concerto palloso, temevo che quell'atmosfera maligna, opprimente che traspare dalla musica del Mago Elettrico sarebbe svanita in sede live. E, soprattutto, mi aspettavo un approccio e un'attitudine "sostenuti", al limite della presunzione... un certo distacco, insomma.
Sono felice di essermi sbagliato...
Mostro di fine livello:
"Il Fan Elettrico"
Appena terminato il concerto, ci fiondiamo fuori dal locale per respirare,
Non aspettiamo nemmeno un eventuale bis, tanta è la voglia di ossigeno.
Nemmeno il tempo di terminare la meritata sigaretta, e Jus viene a farsi un cannettino proprio di fianco a me. Già pregusto la gioia di poterci scambiare quattro chiacchiere come si deve, che ecco sopraggiungere un nemico inaspettato: il "Tipico fan degli Electric Wizard"...
Tre personaggi incredibili, evidentemente in preda ad un misto-mare di sostanze psicotrope, si avvicinano con aria birichina al poveraccio ancora provato dalla canicola e iniziano ad aggredirlo con una compilation impressionante di stronzate e domande sceme in Padovglish (dialetto padovano + inglese da terza media).
Si passa da: "Uic is de best disch of Blech Sabbat?!", a "ehhh... you like Dario Argento, eh?!?".
Si continua con un velleitario tentativo di sottoporre il povero Oborn al gioco delle associazioni mentali tipo: "Lovecraft... Mario Bava... Edwige Fenech!!!"
Fino alla vera estasi: "In America tutti like Moto Guzzi... ma, in Italy, tutti Harley Davidson!... bruuumm!! Ehhh... ma sono troppo expensive..."
Riesco a malapena a chiedere al povero Jus se ha patito il caldo, prima che il poveretto, esasperato, decida di rientrare. Così impara a cantare: "Come my fanatics... come to the sabbath"
- Finale -
Torno a casa con un'emicrania letale al lato destro della faccia, col culo a budino per il troppo tempo passato in macchina e un'esigenza quasi metafisica di sonno. Stanco, ma felice.
Insert coin?
No grazie. Per questa volta ho giocato abbastanza.
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