Hanno ristampato il disco nel 2013 per il ventennale dalla sua pubblicazione; ma non mi interessano queste operazioni "commerciali" che mirano per prima cosa a ripulire il sound, a renderlo più udibile, godibile. Mi tengo ben stretto l'originale CD acquistato il 30 Gennaio del 1994 al Rainbow di Milano. Gli Electrocution aprirono nientemeno che per i Carcass: mezz'ora a disposizione, non un solo secondo in più. Ma bastarono per aprire profonde ferite nel mio fisico perchè mi resi protagonista di uno stage diving continuo; un succolento antipasto di sudore e fatica bestiale, per prepararsi degnamente alla successiva sanguinolenta orgia in musica degli inglesi headliner.

Sono tornato "colleghi" debaseriani.

Mesi di inoperosa reclusione, di rinuncia. Ho meditato, ho vagato; ho ascoltato soltanto Grindcore e Death Metal, come sempre del resto.

Recuperando Inside the Unreal clamoroso esordio della band bolognese uscito nel lontano 1993: annata feconda di immani uscite discografiche a base di Death Metal (Death, Morbid Angel, Suffocation, Sepultura, Entombed, Dismember buttando giù i primissimi nomi che mi sono venuti alla mente).

I giovanissimi Electrocution, che si sono formati nel 1990, non hanno nulla da temere nei confronti delle band di caratura mondiale che ho appena trascritto.

Un approccio offensivo, torbido; un suono "chiuso", da fredda e glaciale cantina. Suoni volutamente registrati per stordire, mutilare. Chitarre ribassate, martellanti, tenebrose. Una sezione ritmica che bada al sodo, tempestando ai fianchi per tutti i 34 minuti di durata dell'album. Voce bestiale, ringhiosa, schiumosa, prossima alla saturazione.

Nessuna sega di tecnicismo; crudi e virulenti assalti senza amenità. Velocità esecutiva balorda, ubriacante.

Per dare un riferimento al suono imbastito dalla band si prendano in egual misura i Morbid Angel, gli Atheist degli esordi e soprattutto i Suffocation in particolare per il modo di sputare le parole nel cantato di Mick.

Titoli dei brani da manicomio criminale; si parte con la rabbia espressiva e catacombale di "Premature Burial" e si arriva cianotici e prossimi alla pazzia con la conclusiva "Bells of the End".

Ce li siamo ascoltati davvero in pochi in quelle annate...ma non facciamo inutili polemiche...va bene lo stesso porca troia...RISING OF INFECTION...

A mio parere il disco di Death Metal old school più abrasivo e violento mai pubblicato in Italia.

Diabolos Rising 666.

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