Chiudete gli occhi, spegnete la luce. Lasciate che l'oscurità vi abbracci e divori con le sue fauci tremende. Infilate ora gli auricolari nelle orecchie (a mio avviso il miglior modo di ascoltare certa musica) e pigiate il tasto play.

Il coro gregoriano, rigorosamente in latino, e il tappeto di sintetizzatori della title track descrivono alla perfezione il tono dell'intera opera, Leçons de Ténèbres (prima fatica degli Elend) pedissequa traduzione francese del latino Officium Tenbrarurm, che da anche il titolo ad una trilogia di cui quest'album è il capitolo incipitario.

Una brevissima illustrazione di cosa fossero gli Officia tenebrarum è d'obbligo: tra il mercoledì ed il venerdì della Settimana santa, venivano officiate delle messe completamente al buio, tranne che per una candela nascosta. Alla fine di tali messe, calava il silenzio, bruscamente interrotto dalle grida dei fedeli, ad indicare l'orrore e la disperazione dopo la morte di Cristo. Ma tali grida si placavano quando il prete mostrava a tutti quell'unica candela accesa, simbolo della resurrezione del Figlio di Dio.

Ebbene, se dopo tutto ciò, vi aspettate che l'album abbia lo stesso andamento dell'Officium tenebrarum, vi sbagliate. L'oscurità che si insinua nelle orecchie dell'ascoltatore di questo lavoro non avrà fine ma, anzi, diverrà sempre più tetra e inquietante, più nera anche del ventablack (che, per chi non lo sapesse, è il materiale più nero che esista). In Leçons de Ténèbres non c'è spazio per la luce, per la pace e la serenità. Come se non bastasse l'amosfera opprimente e assolutamente asfissiante generata dalla musica, gli Elend aggiungono anche l'uso dello scream: urla disumane e disumanizzanti, disperate, incubi fattisi voce portano la psiche dell'ascoltatore a perdersi nei bui sentieri della musica proposta dalla coppia francese. A tutti gli effetti, potremmo considerare Leçons de Ténèbres un album black metal castrato della impenetrabile durezza dei tipici strumenti di questo genere, quali chitarra, batteria e basso. Anche le lyrics sono tipicamente black metal; un esempio su tutti: " The sky is open wide, The black pit masking the light: The Kingdom of evil. The clouds have drawn the Pentagram, This, the time to be what I am." [da Eclipse]

Al di là della summenzionata voce in scream, particolare inquietudine è data dalla voce in clean spesso o sussurrata oppure simile ad una nenia, che rende il tutto ancora più tetro.

Una menzione particolare per l'ultima canzone dell'album, The Emperor, che inizia con un'atmosfera un po' più rilassata, seppur teterrima, rispetto ad altre canzoni. Ma poi torna l'indemomiato screaming e, insieme a lui, la musica raggiunge vette di oscurità che raramente capita di vedere. Il tutto condito con dei cori celestiali che, anzichè alleggerire la tensione, la aumentano, rendendola ancor più orrorifica. Capolavoro assoluto.

In conclusione, non esito a definire Leçons de Ténèbres (anche se, lo ammetto, è il primo album degli Elend che ho ascoltato e mi mancano i successivi due capitoli della trilogia) come l'album più oscuro ed inquietante che mi sia capitato di ascoltare ultimamente, pur venendo da ascolti metal molto cupi e, a tratti, estremi.

Regions of Sorrow, doleful shades, where peace And rest can never dwell ; hope never comes...

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