Appena ho visto che su circa 11.000 recensioni, non erano presenti gli Eleventh Dream Day, mi sono sentito obbligato a fare una de-segnalazione in loro favore ed anche questo fatto, rappresenta ciò che in definitiva è accaduto spesso alla loro carriera: la poca considerazione.
Se ci fosse una classifica tra i gruppi più sottovalutati del panorama musicale degli ultimi vent'anni, una delle prime posizioni gli spetterebbe di diritto, visto che non sono mai riusciti a trovare un successo consono ai lavori prodotti, pur essendo spesso incensati dalla critica, pur avendo avuto anche un'etichetta come la Atlantic (che però li ha scaricati dopo due album) e pur avendo collaborato con band del calibro di Yo La Tengo.
Ufficialmente la band non si è mai sciolta, ma in oltre vent'anni il sodalizio ha subito abbandoni e pause di riflessione, ha visto la nascita di nuovi progetti che, oggi, sono diventati decisamente più importanti: la batterista Janet Bean ha dato vita al duo folk Freakwater, il marito Rick Rizzo cantante e chitarrista (co-fondatore assieme alla moglie Janet, che preso dallo sconforto aveva addirittura ripreso gli studi universitari), adesso lavora con i Red Red Meat, il bassista Douglas McCombs è con i Tortoise.
Sarà che forse si sono rassegnati al successo, sarà che per loro stessi gli EDD sono oramai un ritrovo per vecchi amici e per omaggiare una gioventù passata che trae le proprie origini dal rock di Young, o molto più probabilmente sarà perchè gli altri impegni sono andati ad arricchirli musicalmente, ma gli ultimi lavori, qualora ce ne fosse stato bisogno, hanno ancor più dimostrato la loro classe cristallina e questa loro incisione (giunta a sei anni di distanza dalla loro ultima fatica) non fa eccezione. Anzi, "Zeroes And Ones" è per molti il naturale epilogo, la rappresentazione finale della perfetta maturazione arrivata dopo una lunga carriera, ritagliandosi così uno spazio di primo ordine tra le uscite di quest'anno e ciò è riscontrabile sin dal brano di apertura con "Dissolution", una splendida corsa rock dove è l'ammaliante basso di McCombs a farla da padrone e così sino ad arrivare alle semplici, ma coinvolgenti "Lately I've Been Thinking" e "Lost In The City", con delle aperture d'altri tempi.
Ma quella che ritengo la vera perla ed uno dei migliori brani dell'anno è "New Rules", nove minuti commoventi che iniziano con il basso struggente e profondo (per non lasciarci più) ed il melodico duetto tra la Bean e Rizzo, per essere in seguito accompagnato da un soffice coro dolci chitarre prima e da un incantevole assolo di chitarra ellettrica dopo.
Anche se si fa preferire la prima parte, "Zeroes And Ones" non si ferma qua, perchè oltre ad avere il merito di essere un album solido e completo che si nutre di sano classico rock, i suoi temi lirici, sono principalmente la presentazione delle differenze come tra il peso e la leggerezza, la concretezza e l'effimero, il sogno e la realtà. Forse proprio quel sogno che avevano gli Eleventh Dream Day nei primi anni '80 e che invece si sono visti scappare via.
Un ascolto lo meritano.
Saluti, Addison.
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