Febbraio 2012. Il tour "Enlarge Your Penis" di Elio e le Storie Tese passa da Verona, mia città natale, il 27 del mese. La mia teoria è che esistano due tipi di attendenti, ad uno show. Ci sono quelli che vanno a molti concerti di gente che neanche conoscono, solo per apprezzare qualcosa di nuovo, ampliare i propri orizzonti musicali e fare esperienze. E ci sono quelli che vogliono sapere tutti i pezzi a memoria per poterli cantare, la scaletta in anticipo (se possibile), e che muovono il culo da casa solo se si tratta di artisti che amano proprio tanto tanto. Ecco, io so che l'approccio migliore sarebbe il primo, ma penso di far parte della seconda categoria.

Per questo, colto dall'euforia (moderata, eh) di vedere per la seconda volta live quelle sopracciglia, sono andato a recuperarmi tutta la discografia, o quasi, degli EelST. L'unico lavoro in studio che non avevo ancora sentito per intero era questo "Cicciput". Metto subito le carte in tavola. Premettendo che, come la band, tendo a non considerare il disco natalizio del '90, penso che questo album del 2003 sia il peggiore della loro discografia. Poi, comunque, tutto è relativo. Ciò significa che il loro peggio vale comunque tre stelline abbondanti. Non penso che saranno mai capaci di andare sotto alla sufficienza. O forse io non sarò mai capace di valutarli in tal modo.

In ogni caso, fu grazie a "Shpalman" che alle elementari conobbi la band. Per il bambino di dieci anni che ero, e per i miei compagnetti di classe, si trattava di una divertente filastrocca che parlava di MERDA, una parola taboo, che se ti sentivano le maestre poi lo dicevano ai tuoi e ti mettevano in punizione, e nessuno aveva fatto caso alle svisate di chitarra o alla complessità del basso. Neanche sapevo cos'era un basso, all'epoca.

Ma torniamo all'opera in questione. Dove si trova la sua debolezza? Sparo subito le mie sensazioni. Gli Elii non si sono ancora ripresi da quella batosta che fu la morte del factotum Feiez, si trovano bloccati nel personaggio che hanno creato, il pubblico pretende un nuovo disco di oneste burle (cit. Maccio Capatonda), loro non sono nell'umore di creare pazzie come nei primi lavori.

Ascoltate, ad esempio, Pagano. La complessità della musica si fa alienante, mentre il testo non strappa un sorriso nenche a... Cioè, proprio, neanche se... Bò, non ho un esempio in questo momento. Comunque, più che mettere allegria, mi mette un po' di tristezza, lo giuro. "Io sono pagano e adoro gli dei pagani". Embè? Un testo così mediocre si ritroverà solo cinque anni dopo con "Tristezza" (il titolo la dice lunga) in "Studentessi".

"Budy Giampi" e "La Chanson" mi annoiano. La peggiore di tutte è "Pilipino Rock". Su una tracklist di tredici pezzi, ne salvo appena sei o sette. La metà. Trovo nella media "Gimmi I" (che, insieme alla traccia due, costituisce la parte più "seria" dell'intera discografia). Passabili, ma solo quello, "Cani e Padroni dei Cani" e "La Follia Della Donna (Parte I)".

Note positive? La già citata "Shpalman" (supereroe forse in competizione con Supergiovane?), "Fossi Figo", in cui stranamente apprezzo Morandi. I due singoli sono adorabili. Ma risulta piacevole anche "Litfiba Tornate Insieme", dove partecipano per pochi secondi anche Pelù (che registra il suo "Uhà!") e Renzulli con un double bending.

Poi ci tengo a sottolineare come Elio e le Storie Tese sia ancora una volta un gruppo di pionieri. Avevano già pensato ad "Inception" sette anni prima della sua uscita. Con il pezzo "Abate Cruento", che racconta di un "sogno a matrioska". E pare che la frase "abate cruento esaminatore" sia l'accostamento di tre parole prese a caso aprendo il vocabolario. Geniali.

Ed ecco tutto. Come ho detto, tre stelle. Promosso, appena appena. Nulla di più. Attendo il concerto, so già che non falliranno. Magari ne caverò fuori pure una rece. Bye bye.

P.S. Se avete problemi di pecunia provate ad affidarvi all'angelo dei soldi...

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