Sappiamo tutti che il periodo d'oro della Bossa Nova è stato tra la fine degli anni '50 a l'inizio dei '60. Uno degli eventi che ne hanno segnato l'epoca è stata la colonna sonora del film "Black Orpheus", del lontano 1959, momento che vede la collaborazione di Jobim e di Bonfa, i due compositori forse più importanti di tale genere musicale. La Bossa poi è diventata conosciuta al di fuori dal territorio brasiliano grazie a l'opera dei musicisti statunitensi Charlie Byrd e Stan Getz, in particolare grazie all'album "Getz-Gilberto" del 1963. Da allora in poi le composizioni brasiliane sono entrate a buon diritto nel repertorio di standard di ogni musicista jazz.
L'album che voglio segnalare in questa recensione è una cosa molto più tarda, inciso addirittura nel 1974. Nell'opinione di molti però ne rappresenta uno dei capolavori. Merito della collaborazione Uno di quello che in un certo senso il padre della Bossa, il compositore e arrangiatore Antonio Carlos Jobim, e di una delle cantanti brasiliane più talentuose di tutti i tempi, Elis Regina. Uno stile un po' più rauco e meno solare di quello a cui ci hanno abituato molte altre cantanti brasiliane, ma di una forza drammatica incredibile. Qualcuno la ha definita la Janis Joplin del brasile per quanto questi paragoni possono valere.
L'incipit è una sensazionale versione di "Aguas de marzo", canzone che probabilmente conoscete in quanto ne hanno abusato negli spot pubblicitari con versione piuttosto sciatte. Qua la troverete restaurata in tutto il suo splendore, nella forma di un duetto tra Jobim e Regina che alla fine esplode in una risata melodiosa. Un inno alla gioia di vivere.
Il tono del disco più in avanti si fa piuttosto malinconico e drammatico. Tra i pezzi che probabilmente conoscerete ci sono "Corcovado" e "Triste", per il resto sono composizioni non troppo note fuori dal Brazile. Tutte le canzoni sono di Jobim e collaboratori come Buarque e De Moraes.
E' un po' un peccato non conoscere il brasiliano per comprendere i testi (comunque se proprio volete ci sono le traduzioni in inglese nel booklet). Ma la voce di Elis Regina è talmente eloquente che ne afferrerete il messaggio al volo. E' una musica che per intenderci vi andrà direttamente alle viscere senza passare dalla testa. Ben nascosto nella Bossa Nova c'è un sacco di blues, e questa cantante lo sa trovare per istinto naturale.
Elis Regina morirà di un'intossicazione di alcool e cocaina nel 1982, a soli 36 anni.
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