Semplice. Introverso. Irrequieto. Celestiale. In altre quattro parole, 'Then Comes The Sun'.

Sono questi le quattro peculiarità che contraddistinguono questo album di Elisa dai suoi album precedenti: 'Asile's World' del 2000, un album pop-elettronico, e 'Pipes & Flowers', del 1998, decisamente rock.

Elisa, cantautrice friulana, vincitrice della categoria big nel 2001 a Sanremo, non manca mai di stupire: ancora frastornata dal successo di "Luce (Tramonti a Nord-Est)" sforna dopo pochi mesi dalla vittoria il suo terzo album, sicuramente il più maturo e travagliato di tutta la sua carriera. Il titolo dell'album, ispirato a un vecchio album dei Beatles, ha un significato "allegorico": "Then Comes The Sun", ovvero "Poi viene il sole" significa continuità, nel senso che la vita, un giorno, anche senza di noi, continuerà ad andare avanti. Non è una visione pessimistica della vita, più che altro rimanda al fatto che ognuno di noi vive le proprie esperienze, si fa carico delle proprie responsabilità, vive la vita in tutta la sua maestosità e incertezza.

Esaminando le 12 tracce del cd, ci si accorge subito dalla prima traccia che il suono è ricercato e raffinato: "Rainbow" è una ballata composta dopo aver fatto pace con una sua vecchia amica, la musica in sottofondo crea un'atmosfera surreale. "You can hear the music with no sounds, you can heal my heart without me knowing" ovvero "sai ascoltare la musica senza nessun suono, sai guarire il mio cuore senza conoscermi". Pura poesia. Si procede con la seconda traccia, "Heaven Out Of Hell": primo singolo estratto per promuovere il cd, il testo parla del rapporto della cantante con la madre, riguardo al fatto di poter vivere in felicità o meno affrontando assieme paure ed ostacoli: "You push happiness so far away but it comes back, to give you all that you've given before, to love you the way you do like a mirror, look in the air 'n catch that boomerang, it can't fall anywhere else but in your own hand" in italiano "respingi la felicità ma lei ritorna a te, per darti tutto quello che hai dato prima per amarti quanto ami tu come uno specchio, guarda in alto e afferra quel boomerang, non può cadere da nessun altra parte se non nella tua mano". Un'altra poesia. Particolare attenzione desta nell'ascoltatore la terza traccia, "Dancing": qui la cantautrice di Monfalcone utilizza a pieno il suo nitido falsetto, raggiungendo note decisamente alte (sembra di ascoltare dei vocalizzi di Mariah Carey, nonostante lo stile completamente opposto) fino a raggiungere il punto culminante, dove la canzone recita "No need for anything but music, music's the reason why I know time still exists" traducendo "Non ho bisogno di niente se non di musica, la musica è la ragione per cui so che il tempo esiste". Come negare, solo leggendo a mente questa frase, che Elisa è senza dubbio un grande ed indelebile talento della musica italiana?

Il resto del cd continua con tracce altrettanto belle, si passa dal rock di "Fever" a canzoni lente come "A Little Over Zero" e "Fairy Girl", senza dimenticare la splendida "Rock Your Soul". Pur trattandosi di un concept album, Elisa non delude le aspettative scegliendo nuove prospettive: anzi, questa scelta la porta a una completa maturzione artistica dimostrata, dopo i suoi cd d'esordio, dai profondi testi e dalle innovative musiche di questo grande album.

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